RECALE. Un gradito ritorno. Dopo un anno fermi a sviluppare nuovi progetti e nuove idee, i ragazzi (e non più ragazzi) della compagnia “Ei comunietà”, il 3 settembre, alle 20.30, nell’area parcheggio di via Roma, saranno di nuovo in scena in occasione della festa del Sacro Cuore di Gesù, a Recale. Con il sostegno del parroco Silvio Verdoliva e di tanti volontari, rappresenteranno “Lu curaggio de nu pumpiere napulitano”, scritta da Scarpetta nel 1877. Commedia che mette in contrapposizione le due maschere per eccellenze del teatro napoletano, Pulcinella e Felice Sciosciammocca, con questa commedia, Scarpetta introduce la maschera di Feliciello che presto prenderà il posto di Pulcinella, è una commedia che evidenzia il passaggio di testimone tra le due maschere. Il copione prevede un prologo e tre atti, introduce un Felice Sciosciammocca, povero maestro di calligrafia, innamorato di Virginia, figliastra del barone Andrea, ex ciabattino ora arricchitosi grazie ad una eredità. Ma il barone vuole che Virginia sposi il marchesino Zoccola e quando Felice scopre Virginia a colloquio con il nobile va in escandescenze tanto che interviene il barone per cacciarlo. In quel momento scoppia un incendio causato dal servo Pulcinella; domato l’incendio, Felice fa per andarsene ma il barone, da una fotografia in possesso del giovane, scopre che costui è il figlio della sua prima moglie. A questo punto il matrimonio è ora possibile, anche perché i marchesi Zoccola vengono smascherati: altro non sono che poveri guitti fattisi passare per nobili. Si cimenteranno: Francesco Stellato, Ciro Balsamo, Raffaele Lamberti, Francesco Di Maio, Marisa Iovine, Monica Monteforte, Chiara Perreca, Romina Silvestro, Alessandra Ommeniello, Nicola Di Stasio, Mirko D’Anna, Giusy Di Maio, Giovanni Rosato, Giancarlo D’Alessandri, Gaetano Di Maio, Pasquale Ferraro, Claudio Mastroianni, Giuseppe Rosato e Rosa Vallone. «Lo stare fermi per un anno – rivela il regista Gabriele Di Maio –, il fatto di non doverci incontrare la sera per provare, per mettere insieme la nostra creatività, ci ha fatto apprezzare ancora di più, cos’è per noi il teatro del sabato della festa. Pensando alla parola teatro, ci viene subito in mente, un luogo, un posto, dove vi è un palco e delle sedie, dove si svolge una rappresentazione. Per noi, però, il teatro è stato, è, e sarà sempre, strumento di comunione, il mezzo che ci mette insieme, che ci fa vivere le diversità, le difficoltà personali, ci dona momenti di felicità ma anche di amarezza, quando capitano scontri legati ai diversi modi di vedere le cose, amarezze che però la bellezza e la gioia dello stare insieme portano subito via». La compagnia di quest’anno, ripropone di nuovo, vecchi protagonisti, che ormai sono cresciuti, hanno famiglia e figli, «abbiamo rimescolato le carte – aggiunge Di Maio – ed eccoci di nuovo un gruppo eterogeneo per quanto riguarda le diverse età anagrafiche, ma omogeneo, perché consapevoli che stiamo insieme non solo per portare in scena una commedia, ma perché siamo un gruppo che cerca di vivere la comunione fraterna, l’essere figli di Dio. Il progetto nuovo della compagnia, prevede di portare in scena nuove commedie del teatro classico napoletano, ma di sviluppare anche testi più recenti del teatro partenopeo, in occasione della festa del Sacro Cuore proponiamo un classico scarpettiano. Siamo nati con Scarpetta, il pubblico del sabato della festa lo apprezza, e a noi fa piacere portarlo in scena perché – conclude Di Maio – è occasione di divertimento anche per noi».

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