CASERTA – A due settimane dall’inaugurazione di “SETTEMBRE AL BORGO 43 – Face to Fest 2013”, continua la corsa ai biglietti per i concerti a posto unico numerato (15 euro + prevendita), che si terranno dal 7 al 13 settembre al Teatro della Torre di Casertavecchia.
Dopo il “sold out” da record di Franco Battiato annunciato ieri, il Festival ha registrato un altro risultato destinato a fare notizia: alla seconda giornata di vendite solo 50 restavano i tagliandi disponibili per Fiorella Mannoia, che si esibirà nella serata conclusiva della manifestazione.
Ma alla interprete romana, impegnata da tempo nella sensibilizzazione sul tema della violenza contro le donne, spetterà anche un altro compito: segnare l’ultima tappa di un cammino che quest’anno “SETTEMBRE AL BORGO 43 – Face to Fest 2013” farà al fianco di “Posto Occupato”, una campagna contro il femminicidio partita lo scorso 29 giugno dall’anfiteatro della villa comunale di Rometta, in provincia di Messina, luogo di nascita di Maria Andaloro, ideatrice del progetto.
Dal 7 al 13 settembre, in ogni concerto del Teatro della Torre, il Festival lascerà simbolicamente una sedia vuota, ad indicare il posto che una donna avrebbe potuto occupare se non fosse stata uccisa dal marito, dal fidanzato, dall’ex, dall’amante o da uno sconosciuto. Un’assenza, che avrebbe dovuto essere una presenza se non ci fosse stato l’incontro con un uomo diventato il suo assassino. Su quella sedia una rivista, un foulard o solo una borsa staranno ad indicare un “posto occupato” dalla volontà e dall’impegno di testimoniare contro l’assurdo eccidio quotidiano di donne innocenti.
“’Settembre al Borgo’ e ‘Posto Occupato’ quest’anno insieme per porre al centro l’eccellenza su cui nessuno mai dovrebbe alzare le mani” ha sottolineato Ilva Pizzorno, coordinatrice dell’Area Generale Turismo e Beni Culturali della Regione Campania. “Perché se da un lato il Festival ultraquarantenne rappresenta l’attenzione che la nostra Regione dedica alla valorizzazione dei suoi siti culturali, dall’altro ‘Posto Occupato’ fa lo stesso accendendo i riflettori sull’eccellenza ‘Donna’ del patrimonio culturale umano. Un messaggio congiunto che non poteva trovare platea più adatta di quella del Festival casertano, storica manifestazione che si fa madre della neonata rete di sensibilizzazione contro la violenza alle donne, ponendo al centro della platea una poltrona vuota come posto d’onore occupato dalla cultura che getta il cuore oltre l’ostacolo”.
“Sono rimasta notevolmente colpita dall’iniziativa ‘Posto Occupato’”, ha dichiarato Rossella Caruso, docente di Fisica ed Astronomia all’Università di Catania. “In questo momento storico, nel quale la dignità e la vita della donna sono svilite e offese fino a giungere all’omicidio, dare spazio ad un’azione del genere servirà concretamente a non rimanere inermi dinanzi ad un dramma inaccettabile ed ingiustificato. Quel ‘Posto Occupato’ durante i concerti di ‘Settembre al Borgo’ dovrà essere il tributo alla memoria, ma anche il richiamo alla coscienza”.
“‘Assenza più acuta presenza’ recita il verso di una poesia che un po’ ricorda il concetto di ‘Posto Occupato’”, ha aggiunto Marilena Lucente, insegnante di italiano e storia, giornalista e scrittrice. “L’assenza e la mancanza sono la misura del valore di chi non c’è più. Quel posto vuoto serve a riorganizzare i troppi pieni, le tante distrazioni della nostra vita. A teatro, poi, tra buio e luce, silenzio e suoni, serve a rendere ancora più forte l’attenzione su ciò che non c’è. Finito lo spettacolo, quel vuoto deve restarci dentro, trasformarsi in una àncora di impegno nei confronti di tutte le donne che subiscono violenza”.
“È davvero struggente pensare a quante donne oggi subiscano violenze”, ha commentato Simona Abbate, campionessa di pallanuoto femminile. “Credo che l’accettazione della violenza sia l’ostacolo da superare, magari, attraverso iniziative come quella accolta dal Festival, che possano aiutare le vittime a dar voce alle proprie sofferenze. Forse anche promuovere il ruolo sociale delle donne, come quello sportivo, può essere una soluzione a questo disagio”.
“Cultura versus Violenza”, ha detto Maria Felicia Brini, titolare dell’azienda vitivinicola ed olivicola ‘Masseria Felicia’. “Ho sempre creduto che la cultura sia un’arma a nostra disposizione: le parole, l’arte, la musica sono colpi di incontro, che possono agire in silenzio o essere urlati, che possono far male e lasciare segni indelebili senza fare sangue, né vittime. Così, il silenzio esposto per le vittime della violenza sulle donne, fisica, mentale, psicologica, assassina in tutti i casi, può diventare cultura stessa: al femminile, nel segno della creatività e di quella pazienza, tutta rosa, capace di trasformare l’attesa in risposta, la pazienza e l’umiltà di rimettersi in gioco in un cammino di scelte e di protagonismo. Senza vergogna, mettendo via i completi maschili anni Ottanta e indossando con tanto orgoglio un tacco 12”.