Omaggio a Giacomo Leopardi, il grande poeta nato a Recanati ma morto e sepolto a Napoli. Alla Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, esposto un documento di grandissima rilevanza: la lettera firmata dal poeta, scritta a Bologna nel dicembre 1825, il giorno 18 ed arrivata a destinazione quattro giorno dopo, ed indirizzata a Carlo Emanuele dei conti Muzzarelli. Si tratta di una lettera di ringraziamento, che la Biblioteca Nazionale di Napoli ha acquisito ad un’asta lo scorso 18 novembre. Ecco quanto si legge nel documento, il cui acquisto era già stato annunciato dai vertici della Biblioteca Vittorio Emanuele III, nello scorso mese di novembre. “Eccellenza Reverendissima, ebbi la pregiatissima sua dei 4 del corrente, delle gentilissime espressioni della quale debbo ringraziarla senza fine. Profittando della licenza che Ella me ne ha conceduta, ho fatto stampare qui le sue belle quartine in un foglietto periodico di cui le mando copia. Se Ella ne desiderasse qualche altro esemplare, vedrei di poterla servire. Le spedisco ancora per parte dei miei ospiti, che la riveriscono cordialissimamente, il certificato in favore del Dottor Guidetti, il quale insieme coi Sigg. si terrà da lei sommamente graziato, ottenendo per di lei mezzo la nota licenza. La prego a compiacersi di ritornare i miei saluti distinti alla Signora Orfei. So che ella è stata qui qualche giorno, e m’informai dove abitava, con intenzione di farle visita, ma in quel tempo appunto fui obbligato da un incomodo di salute a tenermi in casa per più settimane, e però non mi fu possibile di vederla. Ella mi conservi la benevolenza che senza mio merito mi ha conceduta, e all’occasione non mi risparmi, persuadendosi che io sono veramente di cuore e sempre sarò Di V. Ecc. Revma. Dmo Obbmo servitore. Giacomo Leopardi“. Questi i versi scritti in suo onore, l’ode fu pubblicata su ‘Notizie teatrali bibliografiche e urbane – Il Caffè di Petronio’ del 24 novembre 1825:
“O tu, che la tua patria in suono ardito
Togliesti all’ozio indegno,
Di un’anima non vile odi l’invito,
Di Te, di Ausonia degno…”