”Sanremo e’ strano: dalla prima alla quinta serata passano delle ere geologiche. Tutto quello che hai costruito nei mesi precedenti lo devi smontare. Ma l’allegria, l’amicizia e la complicita’ tra me e Luciana credo sia stata evidente.
Ed e’ quello che mi porto dentro”. E’ il bilancio ‘privato’ di Fabio Fazio, che subito dopo la finale del festival e’ volato a Milano per non mancare all’appuntamento con Che tempo che fa, stasera su Rai3. Fazio tira le somme di una sfida vinta, ”tradurre l’idea di popolare nel senso migliore del termine, dimostrare che per piacere non bisogna fare per forza cose volgari”. E cosi’ all’Ariston sono arrivati il Va pensiero e Caetano Veloso, il meglio del pop contemporaneo e Bollani, le parodie di Crozza e il monologo politico di Bisio, ma il ricordo piu’ caro per il conduttore e’ forse ”l’emozione di vedere il maestro Harding dirigere Wagner e Verdi sul palco a 37 anni: il messaggio importante e’ che la passione per la bella musica offre prospettive di vita molto interessanti”. Una proposta innovativa fortemente voluta dal direttore di Rai1 Leone per ”dare una scossa” alla rete e sostenuta dal direttore generale Gubitosi: ”La liberta’ di cui abbiamo goduto, a una settimana dalle elezioni, e’ stata davvero inusuale, e di questo davvero ringrazio il dg che ci ha consentito di arrivare in fondo”. Fazio e’ soddisfatto anche delle scelte musicali: ”Abbiamo voluto che rappresentassero il panorama contemporaneo. Il vincitore del festival rappresenta il punto apicale, ma la storia di questo evento ci insegna che conta la qualita’ della musica. Avere avuto 14, anzi 28 canzoni cosi’ in grado di interpretare la contemporaneita’ e’ stato l’elemento distintivo di questo festival. E ho fiducia che i brani di questa edizione avranno vita lunga”.