Silvana Pampanini, scomparsa il 6 gennaio a 90 anni, non è stata solo la Bellezza in bicicletta del cinema degli anni ’50, la stella del cinema popolare ma anche una Miss Italia a furor di popolo nel primo concorso del dopoguerra. Quella vicenda ‘leggendaria’ fa parte della storia del concorso nonostante il titolo quel 1946 fu vinto da Rossana Martini, 20 anni, maestra toscana, empolese di adozione, vaga assomiglianza con la Gioconda.
Ecco la storia. Dopo la fine della guerra, Dino Villani, il creatore del concorso, lascia il titolo “Cinquemila lire per un sorriso” adottato per tre anni, dal 1939, e cambia nome: nasce “Miss Italia”, in coincidenza con la nascita della Repubblica. Accanto alle selezioni fotografiche, per la prima volta si ricorre alla scelta personale delle candidate, che sono quattromila. La manifestazione si conclude a Stresa e in giuria ci sono il giornalista Arrigo Benedetti, i registi Vittorio De Sica e Luchino Visconti, il pittore Carlo Carrà e il comico Macario. Rossana Martini viene scelta dopo che Dino Villani aveva lanciato uno storico appello alla giuria: “dobbiamo votare per il tipo di ragazza da dare in moglie a nostro figlio o per il tipo che vorremmo come amica?”. Un dilemma sciolto a favore della più semplice delle due ragazze, ma i sostenitori di Silvana, che sono tanti, non ci stanno e insorgono. Nel Salone delle feste volano le sedie, nasce una rissa tra i sostenitori delle due fazioni e intervengono i carabinieri. La Pampanini, simbolo della bellezza procace, inizia una fortunatissima carriera cinematografica. “Miss Italia mi ha cambiato la vita” dirà Silvana che, prima di questa esperienza, studiava danza classica e canto, oltre a prendere lezioni di pianoforte all’Accademia di Santa Cecilia. Subito dopo Stresa, la Pampanini, 21 anni, interpreta il suo primo film, “L’apocalisse” di Giuseppe Scotese, e da quel momento diventa un’icona delle commedie anni ’50 con Totò e gira più di tre-quattro film l’ anno. Giulio Andreotti ha riferito molti anni dopo un episodio che vide protagonista la Pampanini. Nel 1953, durante una infuocata campagna elettorale, egli portò l’attrice in Ciociaria al suo seguito per conquistare consensi: la sua presenza rubò la scena ai comunisti che avevano organizzato a Sora un festival musicale presto dimenticato. Tutti volevano vedere Silvana, che fu portata in trionfo. E Rossana Martini? Si presentò alla sfilata di Stresa con un abito prestatole da una sarta perché aveva dimenticato il suo a casa. Conquistato il titolo, glielo regalarono. Pochi mesi dopo sposò il produttore Nino Krisman e si dedicò alla famiglia. Eppure sognava di fare l’attrice e fece alcuni film.