Le Scuderie del Quirinale proseguono nella presentazione al grande pubblico dei massimi esponenti dell’arte italiana, secondo un indirizzo prescelto dal presidente, Emmanuele F.M. Emanuele, e in co-produzione con 24 Ore Cultura-Gruppo 24 Ore, puntando i riflettori su Filippino Lippi.
“Sino ad oggi -ha detto Emanuele- e’ mancata un’esposizione che rendesse pienamente merito a questo nobile artista e mostrasse al grande pubblico la sua indiscussa grandezza”. La vicenda artistica e umana di Filippino Lippi e’ avvincente, si svolge tra Prato, Firenze e altre citta’ nella seconda meta del 15esimo secolo e si incrocia con quella di Sandro Botticelli. Figlio di fra Filippo Lippi, celebre pittore e frate carmelitano, e della monaca Lucrezia Buti, cresce a Prato e artisticamente a Firenze, nella bottega di Sandro Botticelli dove e’ documentata la sua presenza nel 1472. Chiamato Filippino per distinguerlo dal padre, pittore tra i piu’ famosi e apprezzati del suo tempo, diviene a sua volta un artista di primissimo livello, cui il Vasari riserva, nella ‘Vita’ dedicatagli, parole di elogio per il ‘bellissimo ingegno’ e la ‘vaghissima e copiosa invenzione’.