”Indignarsi non basta. C’e’ un di piu’ dove io pure mi sono fermato. Non sono riuscito a fare il passo avanti ulteriore”. Lo dice Pietro Ingrao in Non mi avete convinto, il documentario – ritratto di Filippo Vendemmiati, dedicato una delle figure simbolo della sinistra italiana.
Il film non fiction debuttera’ alla Mostra di Venezia, nelle Giornate degli Autori, dove il regista due anni fa aveva presentato il suo documentario su Federico Aldrovandi, E’ stato morto un ragazzo, poi premiato anche con il David di Donatello. Fra i fili conduttori di questo suo nuovo lavoro (”che non vuole essere un santino” spiega) c’e’ il rapporto di Ingrao con i giovani. Non solo perche’ tornano fra i temi principali dei suoi interventi in 60 anni di lotta politica (rappresentati con immagini e audio), ma anche perche’ il suo raccontarsi ha come ideale ascoltatore nel film un ragazzo degli anni ’80, che mentre studia rimane affascinato da un suo discorso alla radio: ”E’ quello che e’ successo a me” spiega Vendemmiati. Ingrao, aggiunge il regista ”e’ un ragazzo di 97 anni che non ha ancora smesso di sognare, che ama ancora la politica non in quanto mestiere ma come mezzo per cambiare il mondo”. Il suo insegnamento e’ ”di non arrendersi di non abbandonare la politica, nonostante oggi i motivi potrebbero esistere”, perche’, ”quando manca la fiducia e la convinzione del popolo nella politica – dice il politico – poi vincono quelli che comandano tutti”. Ingrao non sara’ a Venezia, ma vedra’ tra qualche giorno a casa sua il film con Vendemmiati, che potrebbe portare al lido una sorpresa. Poi l’ex presidente della Camera lo rivedra’ in una proiezione pubblica nella sua cittadina natale, Lenola (Latina), dove risiede, in una serata presentata da Ettore Scola. Il documentario (per cui si pensa anche a un’uscita in dvd con libro annesso, gia’ scritto, con prefazione di Luciana Castellina, ricco di materiali inediti) e’ costruito sulle interviste con Ingrao e con sua sorella Giulia (che regala uno sguardo piu’ intimo su di lui), raccolte tra gennaio e giugno oltre che su un’imponente materiale proveniente dagli archivi, fra gli altri, di Istituto Luce Cinecitta’ (che e’ anche distributore del film), dall’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico e da molti privati, oltre che dalla famiglia Ingrao grazie alla collaborazione di Chiara, figlia di Pietro. Si va, fra gli altri dal ’68 al discorso dell’allora Presidente della Camera per il V anniversario della strage di Piazza della Loggia nel 1979, sino all’intervento davanti a migliaia di giovani al Firenze Social Forum nel 2002. Le musiche sono dei Tetes de Bois. Il gruppo ”le ha eseguite dal vivo a casa di Ingrao per fargliele ascoltare – racconta Vendemmiati -. E’ stato uno dei tanti momenti emozionanti di quest’avventura”. Il politico ripercorre in prima persona la sua giovinezza, gli anni del fascismo, il debutto in politica, le lotte, fino all’ultimo, anche contro gli organi del suo partito nella difesa delle proprie convinzioni, come il suo profondo pacifismo. C’e’ anche l’Ingrao piu’ privato, quello delle forti passioni per il cinema, tanto che prima della politica pensava di diventare regista, e la poesia, e pagine intense come il racconto del suo rapporto con la moglie Laura, scomparsa nel 2003. Rispetto alla sinistra di oggi Ingrao non esprime giudizi sulle persone ma sottolinea: ”C’e’ bisogno di unirla. Troppi troppi troppi partiti di sinistra… non mi convince, non mi persuade” dice, e aggiunge: ”Il punto del lavoro e’ costitutivo di tutta la societa’ moderna e in fondo della storia dell’uomo… se una societa’ di sinistra non si misura oggi con questo tema, non capisco piu’ la parola sinistra”.