I verdetti provvisori del cinema delle feste hanno fissato almeno due verita’: la crisi economica conferma la contrazione degli incassi smentendo la tradizione per la quale in periodi di ristrettezze ci si rifugia al cinema; d’altro canto il prodotto italiano sembra scontare la recessione a causa del venir meno delle certezze offerte dai cinepanettoni. Per fortuna la ”macchina cinema” propone nuove sfide e cio’ che sembra difficile oggi puo’ diventare sorpresa. Sulla ripetitivita’ punta sempre forte Hollywood. Nei prossimi mesi non si contano i ”seguiti”: da Iron Man 3 con Robert Downey Jr. (il divo di natale grazie a Sherlock Holmes alla conclusione della saga di Twilight; dal quarto episodio de L’era glaciale al nuovo (e terzo) Alvin 3D ; dalla quarta incarnazione di Tom Cruise nel personaggio di Mission impossibile fino all’avvio di una nuova saga, quella usata da David Fincher per ambientare nella cultura americana la trilogia svedese di Millennium con Daniel Craig in panni eroici in attesa della sua annunciata epifania con lo smoking di James Bond.

La variante di stagione per Hollywood e’ l’utilizzazione massiccia del 3D, idea non nuova ma che quest’anno scommette su due grandi ritorni come le Guerre stellari di George Lucas (ha personalmente seguito la lavorazione tridimensionale de La minaccia fantasma) all’iperannunciato Titanic di James Cameron che promette di fare la differenza ben piu’ della riverniciatura di un classico un po’ logoro come The Avengers. Sulle due rive dell’Oceano, nel costante confronto tra immaginazione europea ed americana, si tentera’ di alternare i due generi principali del gusto popolare (commedia e dramma), ma e’ facile pronosticare un anno in cui il cinema che fa pensare cerchera’ di prendere il sopravvento per recuperare il pubblico adulto, quello che maggiormente rischia la disaffezione dalle sale.

Cosi’ molti registi americani tornano in auge con proposte personali, da Clint Eastwood in cerca di riscatto europeo (dopo la freddezza del pubblico autoctono) con J.Edgar a Andrew Niccol che con In Time replica la sua metafora orwelliana sul futuro del genere umano, per non parlare dell’ancora misterioso Frankenweenie di Tim Burton che promette di essere il vero evento dell’anno tra estate e autunno (se lo contenderanno Cannes e Venezia per una prima mondiale). E sull’onda della fantasia non possono essere indicate come ovvie le scelte di registi molto famosi: il ritorno alla retorica adolescenziale di Steven Spielberg con il suo War Horse, la ricerca dello splendore perduto che anima Peter Jackson nel riaprire i ”sacri testi” di Tolkien attingendo a Lo Hobbit, il tuffo nella meraviglia infantile che offre a Martin Scorsese con Hugo Cabret.

Tra i molti titoli annunciati, gia’ si attendono poi il confronto tra Walter Salles e un monumento della letteratura americana come On the Road di Kerouac, quello tra Woody Allen e l’immaginario italiano in un film ancora senza titolo definitivo, quello tra Steven Soderbergh e il mito di Ocean’s che provera’ a rinnovare nel nuovo Knockout con un terzetto che va da Michael Douglas a Ewan McGregor ad Antonio Banderas. Sull’altro lato dell’oceano si attendono con curiosita’ almeno tre modelli di cinema popolare con ambizioni d’autore, tutti segnati da una cultura inglese che sempre piu’ spesso va a braccetto con il capitale americano.

E’ il caso di Stephen Frears che ambienta a Las Vegas la black comedy Lay the Favorite con Rebecca Hall, Bruce Willis e Catherine Zeta-Jones; di Neil Jordan che ritorna ai vampiri con Byzantium, con un cast tutto al femminile capeggiato da Gemma Arterton; a Sacha Baron Cohen, il multiforme trasformista di Borat che nel nuovo anno veste i panni de Il Dittatore. Profumo d’Inghilterra anche nelle due commedie del momento: Hysteria con Maggie Gillenhaal (applaudito al festival di Roma) e The Iron Lady con Meryl Streep truccata da Margaret Thatcher. E in Italia? Ecco il ritorno degli Immaturi di Paolo Genovese e quello della coppia Bisio/Siani in Benvenuti al Nord di Luca Miniero.

Ecco Carlo Verdone che con Posti in piedi in Paradiso parla dell’oggi con tono fintamente leggero o dell’ambizioso Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek. Ma tra una commedia e l’altra, sara’ soprattutto l’anno dell’impegno civile e del cinema di denuncia. Capofila ne saranno Daniele Vicari con La Diaz sul G8 di Genova, Marco Tullio Giordana con Il romanzo di una strage sulle bombe a Piazza Fontana, Michele Placido con Lo spione sulle storture dei servizi segreti raccontati in una ambiziosa coproduzione con la Francia, Stefano Collima con ACAB, ritratto di poliziotti in prima linea che fa gia’ molto discutere a partire dal libro/denuncia di Carlo Bonini.

Alcuni attesi ritorni per concludere: Bernardo Bertolucci di nuovo sul set per Io e te dal racconto di Niccolo’ Ammanniti, Gabriele Salvatores alle prese con L’educazione siberiana dal romanzo di Nicolai Ilin e Gabriele Muccino ancora arruolato sotto le bandiere di Hollywood per Playing the Field e l’europeo Sergio Castellitto che in coppia con Penelope Cruz porta sullo schermo Venuto al mondo dalle pagine della moglie Margaret Mazzantini.

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