Hollywood non perdona ma sa dimenticare. Anche una stella un po’ offuscata può tornare a splendere se all’improvviso riempie i botteghini, se ha al suo fianco un press agent sufficientemente astuto, se impara a rispettare i fan. In pochi avrebbero più scommesso su Tom Cruise.
Cinquant’anni il prossimo luglio, sulla breccia da quasi trenta, per anni sul podio dei ricchi-famosi-belli-potenti di Hollywood, tre Golden Globe, tre nomination all’Oscar. Poi, una serie di passi falsi negli ultimi sei anni e via, via dal cuore del pubblico e dei produttori. Una popolarità relegata alle pagine dei rotocalchi, le foto con la moglie Katie Holmes e la piccola Suri 1che ha solo cinque anni ma già fa storcere il naso perché mamma e papà le comprano le scarpe col tacchetto.
Insomma, per l’uomo che aveva fatto palpitare milioni di spettatrici e incassare miliardi al botteghino le cose si erano messe un po’ per storto. Invece, rieccolo. Tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Il suo ultimo Mission: Impossibile 2 è in cima alle classifiche degli incassi, già 350 milioni di dollari guadagnati in tutto il mondo. Il tour promozionale del film è stato un trionfo da oriente a occidente, le grandi case di produzione se lo litigano. E sulla faccia da eterno ragazzo torna quel sorriso stampato che tanto ha saputo sedurre.
Duecentosettanta milioni di dollari in due settimane di programmazione per Ghost Protocol (in Italia Mission: Impossible – Protocollo fantasma)quarto episodio della saga che lo vede protagonista nei panni di Ethan Hunt. La Paramount stima che alla fine supererà i 600 milioni di dollari in tutto il mondo. Brillano gli occhi, alla casa di produzione che è stata una delle note dolenti degli anni recenti di Cruise. Quella che lo fece fuori dopo quattordici anni di sodalizio perché lui a un certo punto si era bevuto il cervello. Tipo: nel maggio del 2005 va nel salotto più in vista d’America, il programma tv di Oprah Winfrey, e si mette a saltare sul divano dello studio per dimostrare quanto ami la sua Katie.
Poi, ferreo militante di Scientology, attacca la collega Brooke Shields rea a suo giudizio di aver assunto psicofarmaci per superare una depressione post-partum. Al sistema-Hollywood le intemperanze non vanno a genio, è vero. Ma qualcuno individua nel flop di Mission: Impossibile III 6, 398 milioni di dollari nel mondo (il 30% in meno rispetto alle stime) una più concreta causa di divorzio dalla Paramount. Era il tempo in cui Cruise svettava sul podio dei 100 personaggi più ricchi del mondo secondo Forbes.
In men che non si dica la sua popolarità (sondaggio di Usa Today) subì un crollo del 35%. Da quel momento Tom si specializza in ciambelle senza buco. Lasciata la Paramount firma un accordo con la MGM per resuscitare la United Artists e restituire lustro alla storica casa di produzione fondata a inizi Novecento da Charles Chaplin, Douglas Fairbanks, Mary Pickford e D. W. Griffith e trascinata al fallimento nel 1980 dal flop del costoso I cancelli del cielo di Michael Cimino. Il suo primo progetto, Lion for Lambs 7 sulla guerra in Iraq è un flop. Prima ancora, nel 2005, La guerra dei mondi 8incassa in totale 591 milioni di dollari. Bazzecole.
E quanto inutile clamore, nel novembre 2006, per quel matrimonio con la Holmes, in Italia, nel Castello Odescalchi di Bracciano, nozze celebrate secondo il rito di Scientology, massima segretezza, niente foto e bavaglio agli invitati. A ciò si aggiungano il poco incisivo cameo in Tropic Thunder, le deboli performance al botteghino di Valkyrie 9e Knight and Day (in Italia Innocenti bugie 10, sbaragliato al botteghino da Step Up 3D) e addio Cruise. Nel 2008 però i paparazzi lo intercettano a Beverly Hills che pranza con Sumner Redson, presidente di Viacom che controlla Paramount.
“Lasceremo il passato alle spalle per ricominciare”, dice Redson. Che parlava sul serio. Ed è ritorno di fiamma. Non solo con Paramount. Cruise al momento è sul set di One Shot, girerà un altro film per la Universal, è in trattative con la Warner Bros per interpretare un film di guerra ad alto budget e quest’anno uscirà Rock of Ages 11 in cui interpreta il cantante di una band glam metal. Una rinascita di tutto rispetto. Il successo di Ghost Protocol gioca certo a suo favore. Ma gli osservatori del settore individuano altre ragioni. Ad esempio – sostiene l’Hollywood Reporter – le vere star sono ormai merce rara e le facce nuove faticano a imporsi. Cruise si vende ancora bene sul mercato internazionale e a ciò contribuirebbe anche quell’aspetto più giovane dei suoi cinquant’anni.
“E’ uno che lavora duro e crede in quello che fa e questo dà fiducia a chi deve investire, soprattutto se ci hai già lavorato in passato”, spiega Rob Moore della Paramount che ha puntato su di lui per il personaggio di Jack Reacher in One Shot, thriller basato sull’omonima serie di romanzi di Lee Child (in italia La prova decisiva, Longanesi), protagonista un ex militare diventato detective.