A vederla recitare in ‘Sparkle’, bella e brava – perche’ Whitney Houston, oltre ad essere una cantante talentuosa, sapeva anche recitare – resta difficile accettare la sua morte, dipinta come l’ultimo gradino di una strada in discesa ripida, fatta di alcool e droga.

‘Sparkle’, diretto da Salim Akil e remake dell’omonimo film del 1976, esce questo fine settimana negli Stati Uniti, per arrivare in Italia il 14 settembre. Racconta la vera storia della band femminile Supremes (la stessa della famosa casa discografica Motown, che e’ stata raccontata anche nel musical Dreamgirls) e per l’Hollywood Reporter il film e’ migliore dell’originale. La Houston, deceduta lo scorso 11 febbraio, interpreta Emma, la madre delle sorelle che formeranno la band e, rispetto all’analogo ruolo nel film originale, e’ una figura di maggior successo. Cantante anche lei, anche se solo nel coro gospel della locale chiesa, la madre delle ragazze tende ad essere scettica sul possibile successo delle figlie, sottolineando spesso come il suo passato fallimento debba funzionare da monito per le loro possibili delusioni. Una buona interpretazione quella della Houston, che del film e’ stata anche produttrice esecutiva. ”Doveva essere il film del suo ritorno sul grande schermo, ed invece e’ la pellicola che verra’ ricordata come l’ultima della talentuosa artista”, sottolinea Todd McCarthy, del quotidiano di spettacolo californiano. Dopo il boom di ‘Guardia del corpo’, il film con Kevin Costner che resta il maggior successo della sua carriera d’attrice (oltre 410 milioni di dollari incassati nel mondo e 45 milioni di copie vendute della colonna sonora, che comprende, fra i brani interpretati dalla cantante, la celeberrima I will always love you), Whitney Houston era tornata al cinema nel 1995 in un film tutto al femminile, l’agrodolce ‘Donne’ (Waiting to exhale), primo lungometraggio da regista di Forest Whitaker. Nel 1996 era stato poi Denzel Washington a volerla come coprotagonista in ‘Uno sguardo dal cielo’, di Penny Marshall, ruolo per cui vinse l’Image Award (il premio riservato ad attori e performer afroamericani) come miglior attrice e il film ottenne l’Oscar per la migliore colonna sonora, firmata da Hans Zimmer. Da allora fino a ‘Sparkle’, a parte vestire i panni della Fata turchina del remake di ‘Cenerentola’ per il piccolo schermo (1997) e qualche cameo (tra cui uno nei panni di se stessa nella serie Boston Public), per il cinema e la tv si era limitata a produrre progetti, tra cui Pretty Princess di Garry Marshall. Intanto Hollywood dedica alla cantante una mostra che ha aperto i battenti in queste ore al Grammy Museum di Downtown LA. La rassegna, dal titolo Whitney! Celebrating The Musical Legacy of Whitney Houston, mette in mostra cimeli, abiti, fotografie, video, tutti di proprieta’ della famiglia, oltre che i premi vinti dall’artista, compresi i sei Grammy, i grammofonini d’oro da lei ottenuti nel corso della sua carriera. Non e’ la prima volta che attori famosi muoiono prima dell’uscita di un loro film. James Dean mori’ in un incidente stradale prima dell’uscita di Gioventu’ bruciata nel 1955. Clarke Gable spiro’ nel 1960 prima dell’uscita di The Misfits, Jean Harlow nel 1937 prima di Saratoga, Spencer Tracy nel 1967, prima di Indovina chi viene a cena. Natalie Wood annego’ in un incidente in barca nel 1981, prima del debutto di Brainstorm. Heat Ledger venne ucciso da una dose eccessiva di medicinali, nel 2008, prima dell’uscita di The Dark Night. Destino tragico e comune anche per Bruce Lee e il figlio Brandon: il primo mori’ nel 1973, prima dell’uscita del film Enter the Dragon, mentre il secondo perse la vita esattamente vent’anni dopo, prima dell’uscita del Corvo.

 

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