Si e’ spento oggi a Londra all’eta’ di 88 anni Jim Marshall, meglio noto negli ambienti musicali come il ‘Signore dell’Alto Volume’ o, piu’ semplicemente, il ‘Governatore’: un nome che li’ per li’ dira’ forse poco al grande pubblico, che pero’ gli deve molto in termini di possibilita’ di ascolto.

In gioventu’, attivo lui stesso come strumentista, suonava la batteria, Marshall ha infatti impresso una svolta all’evoluzione della musica moderna, e piu’ in generale dell’espressivita’ artistica, concependo, progettando e infine producendo gli omonimi amplificatori elettrici, il cui avvento mise a disposizione del mondo del rock, e in particolare delle chitarre (ma non solo), una gamma di potenziali opzioni espressive fino ad allora praticamente inimmaginabili. La notizia della sua morte e’ stata data dalla sua stessa azienda, la ‘Marshall Amplification’ che fondo’ nel lontano 1962, con un comunicato pubblicato sul sito on-line ufficiale. Immediate le espressioni di sincero cordoglio manifestante da una miriade di star che furono non solo suoi clienti, ma anche partner e addirittura complici di un’avventura dipanatasi lungo mezzo secolo. Una per tutte: “Il rock’n’roll non sara’ mai piu’ lo stesso senza Jim, ha scritto su Twitter il frontman dei Guns’n’Roses, Slash, “ma i suoi amplificatori vivranno per sempre”, con le ultime due parole a caratteri interamente maiuscoli. Fu conversando con alcuni avventori, da Pete Townshend degli Who a Ritchie Blackmore dei Deep Purple, fino al veterano ‘Big’ Jim Sullivan che avrebbe a lungo accompagnato Tom Jones per diventare infine un produttore discografico di grido, che ne ascolto’ le lamentele a proposito dei limiti tecnici dell’amplificazione allora esistente. Colse al volo l’idea che gli avevano ispirato: trasformo’ il negozio in laboratorio, ingaggio’ un altro ingegnere che gia’ lavorava per un’etichetta professionale, e comincio’ a sperimentare la realizzazione di nuove apparecchiature. I primi cinque tentativi non lo soddisfecero, ma il sesto si’, e ne offri’ il risultato agli avventori. Soltanto il primo giorno ricevette ben 23 ordinazioni, tra cui quelle di un gia’ affermato Eric Clapton e dello stesso Hendrix. Quando vide quest’ultimo per la prima volta, ebbe a raccontare Marshall parecchi anni dopo, penso’: “Accidenti, ecco un altro musicista americano che vuole la mia roba per niente!”. Invece Jimi pago’ sull’unghia tutto quanto acquisto’, e senza mercanteggiare sul prezzo. Ben presto sarebbe diventato uno dei suoi piu’ preziosi testimonial involontari. Oggi Jim Marshall e’ considerato uno dei quattro padrini della strumentazione musicale contemporanea insieme a Leo Fender, Les Paul e Seth Lover. Nel 2003 ricevette l’ambita onorificenza dell’Ordine dell’Impero Britannico per il proprio contributo alla sviluppo dell’industria musicale, ma anche per le iniziative benefiche: memore della malattia infantile, per decenni ha elargito fondi per milioni di sterline a istituzioni assistenziali, tra cui il ‘Royal National Orthopaedic Hospital’ di Stanmore, cintura ovest londinese, dove lo curarono da piccolo.

 

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