SOLOFRA – “Facendo seguito al convegno organizzato dalla nostra associazione T.e S.I. nella giornata di venerdì 1 febbraio, durante il quale con successo abbiamo illustrato le potenzialità del Distretto industriale di Solofra e le plausibili alternative di sviluppo dello stesso utilizzando come volano l’occasione di operare con i cambi di destinazione d’uso, procedura illustrata dalla legge n. 106 del 2011 (Decreto sviluppo) all’art. 5, comma 13, lettera a), e in previsione del dibattimento del 5° punto all’ordine del giorno nella seduta del Consiglio Comunale indetta per il giorno 15 febbraio ’13, rilevo riluttanza ed inedia di posizione da parte degli Enti e degli organi comunali che dovrebbero essere i maggiori interessati a questo tipo di sviluppo”. Così in una nota l’arch. Biagio Vigilante, presidente dell’associazione T.e S.I. (Tutela e Sviluppo Integrato).

 

“Le opportunità spalancatesi con una razionale applicazione dell’articolo 5 del citato Decreto Sviluppo sono inimmaginabili. La possibilità di aprire a nuovi operatori economici interessati in primis alla posizione strategica di Solofra ed in secundis alle sue infrastrutture ormai collaudate nel corso degli anni, nonché stimolati da una classe imprenditoriale ed operaia sempre pronta a nuove sfide e nuovi traguardi, dovrebbero stimolare un dibattito concreto che porti ad una presa di posizione forte e decisa, svincolata da poteri occulti che altro no vogliono che una lenta agonia della nostra cittadina – continua Vigilante – Non ci si preoccupi di perdere la nostra identità conciaria, non succederà mai: il distretto conciario e forte e rappresentativo, sviluppa da solo il 90% del fatturato conciario della regione Campania ma soprattutto è la quarta economia nazionale, la sua forza è e sarà sempre mossa dalla volontà di imprenditori volenterosi e pionieri nella ricerca”.

 

“L’applicazione razionale del Decreto Sviluppo non porterà alla perdita di identità, poichè volto ‘… al fine di incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente nonché di promuovere e agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate’, vuole garantire una possibilità di riconversione economica del tessuto urbano esistente senza però prescindere delle regole fondamentali che altrimenti genererebbero un caos urbanistico senza precedenti”.

 

“Tocca dunque ad un’amministrazione virtuosa farsi portatrice delle volontà dei suoi cittadini, esprimersi in merito con l’adozione di una delibera che identifichi le aree interessate dai cambi di destinazione e tabelli le attività che potrebbero essere complementari o compatibili e non conflittuali con quelle attualmente presenti.

Ribadisco dunque che è fondamentale che il tutto parti dalla nostra amministrazione, la stessa non deve temere l’attacco da parte di nessun Ente o Consorzio sovracomunale, la legge parla chiaro: ‘… in deroga agli strumenti urbanistici’. Nel corso degli ultimi anni, ma soprattutto negli ultimi mesi nulla si è fatto, nessuna decisione è stata presa, nessun atto formale, solo dichiarazioni sui giornali. Tutto questo immobilismo lascia perplessi e apre la mente a considerazioni che il più delle volte si riconducono al vecchio detto ‘… a pensar male si fa peccato, ma il più delle volte ci si azzecca’”.

 

Vigilante prosegue: “E’ in quest’ottica che è fondamentale interagire con gli Enti ed in particolar modo con i nostri amministratori in quanto è nei loro doveri considerare le volontà di coloro che li hanno eletti a rappresentarli. Noi personalmente come associazione ci siamo sempre dimostrati collaborativi e siamo e saremo sempre a disposizione di tutti cloro abbiano necessità di chiarimenti. I nostri associati sono sempre presenti ad ogni convegno e/o presentazione sia in qualità di portatori d’interesse ma soprattutto come uditori che possano in seguito relazionare e proporsi come figure chiarificatrici.

 

Lo stesso, e di ciò ne sono rammaricato, non può dirsi della nostra amministrazione che alla presentazione del P.T.C.P. presso il Carcere Borbonico ad Avellino era assente anche se ufficialmente invitata. In quella sede abbiamo appreso con rammarico che il preliminare del piano doveva essere oggetto di una fase di consultazione con i soggetti interessati (Comune di Solofra), fase che invece non c’è stata. A tal punto era necessaria e fondamentale la presenza dei nostri rappresentanti che quanto meno avrebbero dovuto comunicare il loro dissenso.

 

In ogni caso spero che si prendano seri provvedimenti a questo immobilismo amministrativo, Solofra non può pagare lo scotto di sbagliati accordi o miopi vedute sul futuro, non dobbiamo perdere altre occasioni, non si può più pensare che per il bene di un singolo gruppo bisogna sacrificare la crescita di un’intera comunità. A tal proposito plaudo la dichiarazione fatta dal consigliere comunale Donato Grassi. Qualcosa forse si muove? Noi non resteremo fermi ad attendere”, conclude il presidente di T.e S.I.

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