La Cgil di Caserta raggiungerà Roma con molti pullman per partecipare alla manifestazione del 17 giugno, perché l’adesione prevista da parte dei lavoratori “beffati” dai ripetuti comportamenti antidemocratici del governo, è notevole. La Manifestazione Nazionale Straordinaria indetta dal Sindacato dei lavoratori, infatti, si presenta immediatamente in tutta la sua urgenza e straordinarietà perché denuncia dei comportamenti antidemocratici che non hanno precedenti nella storia repubblicana. Ad annunciare le motivazioni e le modalità della partecipazione casertana, appoggiata da associazioni locali e tanti lavoratori delle maggiori aziende della provincia, sono stati la Segretaria Generale della CGIL di Caserta, Camilla Bernabei e il Segretario Generale della regione Campania, Giuseppe Spadaro, nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina nel salone della conferenze di Via Verdi, a Caserta. La lotta della Cgil, che si è sempre battuta per difendere la democrazia e le sue regole, prosegue, quindi, contro scelte governative che propendono per il lavoro precario, che limiti i diritti dei lavoratori con contratti occasionali. Un vero “Schiaffo alla democrazia” da parte di un Parlamento e un Governo che in 35 giorni hanno votato una legge e poi il suo contrario, minando la fiducia nelle istituzioni e il loro stesso ruolo. È storia recente la consultazione straordinaria degli iscritti, durante la quale la Segretaria Nazionale della Cgil, Susanna Camusso, aveva invitato i lavoratori ad appoggiare una proposta di legge “Carta dei diritti universali del lavoro” e tre quesiti referendari a sostegno (art. 18, voucher, responsabilità solidale negli appalti). Sulla Carta e sui quesiti referendari la Cgil aveva raccolto 4,5 milioni di firme. La Corte Costituzionale aveva accolto 2 referendum e il governo aveva fissato la data del referendum per il 28 maggio 2017, mentre alla Camera dei deputati, in Commissione Lavoro, veniva messa in discussione la proposta di legge. Il 21 aprile il Parlamento aveva convertito in legge un decreto del governo che abrogava le leggi sottoposte a referendum popolare. Il presidente del Consiglio aveva motivato la decisione con la necessità di non dividere il Paese. Di conseguenza erano decaduti i referendum, che restano sempre l’unica forma di democrazia diretta, espressione della volontà popolare. Il 27 maggio, un giorno prima della data precedentemente fissata per il referendum, alla Camera, in Commissione Bilancio si reintrodussero i voucher.

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