Con la riconferma di Antonio Farinari alla Segreteria Generale della CST-UIL di Caserta si sono chiusi i lavori della due giorni del Sindacato, che ha celebrato il XVI Congresso presso il Grand Hotel Vanvitelli.
I lavori, iniziati nella mattinata di mercoledì 28 maggio sono stati aperti da una lunga e dettagliata relazione del Segretario uscente Antonio Farinari, che, partendo dalla problematica situazione occupazionale a Caserta, ha esaminato diversi punti: il rapporto tra il sindacato e la politica, la crisi economica, le riforme, il rilancio delle contrattazioni aziendali, le politiche industriali, la ricerca, l’istruzione, l’ambiente, il mezzogiorno, le tutele, lo stato sociale, i trasporti, lo sviluppo. Infine, con orgoglio, ha ricordato gli impegni presi nel congresso precedente, tutti rigorosamente rispettati, e quello più importante che ha visto la realizzazione del sogno di una sede comune di proprietà dell’organizzazione sindacale. Successivamente si è aperto il dibattito a cui hanno partecipato tutte le categorie che hanno portato all’assemblea le istanze scaturite dai Congressi di categoria. La prima giornata è stata chiusa dall’intervento del Segretario Confederale nazionale Carlo Fiordaliso, che ha fornito spunti e suggerimenti utili per proseguire la discussione nella mattinata di oggi 29 maggio. A trarre le conclusioni l’intervento del Segretario Generale della UIL Campania, Anna Rea. “Farinari, nella sua puntuale ed esaustiva relazione – ha detto Anna Rea – grazie alla sua decennale esperienza, ha avuto il coraggio di fare proposte forti, che però non hanno ricevuto adeguate risposte dalle Istituzioni. Basta poco per invertire la tendenza negativa e puntare sulle eccellenze che questa terra ha sempre avuto, dai Beni culturali, al turismo balneare, alle telecomunicazioni. Ma l’esempio dell’Interporto, fermo ormai da tempo, insegna che se le Istituzioni non prendono seriamente a cuore i problemi, tutto è inutile”.
Riconfermata la segreteria uscente, con il Segretario organizzativo Pietro Pettrone, Maria Rosaria Arena, il Tesoriere Luigi Mangiacapre e per le Pari Opportunità Rosa Glorioso. Successivamente il Congresso ha elaborato ed approvato il documento finale di indirizzo. L’ elezione degli Organi statuari e dei Delegati al Congresso Regionale ha chiuso i lavori.
In data 28 e 29 maggio 2014 si è svolto il 16° Congresso della Camera Sindacale Territoriale della UIL di Caserta. I Delegati al Congresso assumono Relazione introduttiva della Segreteria, il dibattito congressuale, l’intervento del Segretario Nazionale Carlo Fiordaliso, del Segretario Generale Regionale Anna Rea, e approvano all’unanimita un documento in cui si auspica la fine delle politiche di austerità e una riforma della pubblica amministrazione.
Ecco il testo:
Il sindacato per rilanciarsi deve ripartire dalle lotte alle disuguaglianze sociali. Tornare alle radici, agli interessi e alle identità ma declinandoli in maniera nuova. Gli interessi sono il lavoro, che manca, il salario, l’orario di lavoro, la sicurezza nei luoghi di lavoro. Gli interessi da soli non bastano, senza la nostra identità.
La contrattazione collettiva deve essere un elemento fondamentale dell’iniziativa del sindacato e della UIL in particolare. I lavoratori devono avere il diritto e la possibilità di negoziare le proprie condizioni di lavoro. La politica contrattuale va confermata e migliorata, consolidando la contrattazione nazionale e implementando tematiche, ambiti e risorse del secondo livello aziendale o territoriale, fondati sulla produttività e con il sostegno di una strutturale incentivazione fiscale e previdenziale.
Diventa importante il rinnovato rapporto con il sistema delle imprese per il passo compiuto dal Testo Unico sulla Rappresentanza, grazie al quale abbiamo modificato la costituzione materiale delle relazioni sindacali. E’ giunto il tempo di approdare ad un sindacato della partecipazione e della democrazia economica che possa incidere sui processi decisionali aziendali.
E’ indispensabile un rafforzamento del ruolo sia della CES (Confederazione Europea dei Sindacati), a cui spetta il compito di rivendicare la creazione di un’Europa sociale, sia del sindacalismo mondiale per affrontare i problemi posti dal mercato globale e le ricadute negative della finanziarizzazione dell’economia.
Auspichiamo che il governo europeo inverta la rotta dell’austerità e orienti le politiche fiscali a intervenire sulla riduzione della fiscalità sul lavoro e sulle imprese, proponendo una lieve riduzione del valore della moneta europea, senza continuare ad agire sulla flessibilità dei salari. Auspichiamo che si ripensi al Fiscal Compact e che nella valutazione del debito non si debbano contabilizzare anche le spese per gli investimenti, per le infrastrutture e per le grandi reti logistiche.
La Riforma del lavoro ha aumentato la precarietà. Occorre riformare e regolamentare il mondo del lavoro con nuove garanzie e semplificazioni. La fase della precarietà può coincidere col momento della formazione.
La ripresa della nostra economia passa attraverso la qualità dei prodotti e dei processi sui quali si è giocata la competitività e l’affermazione delle nostre aziende. Lo Stato, però, deve intervenire per via legislativa per rimuovere gli intoppi di natura burocratica, che scoraggiano l’avvio di attività imprenditoriali, creano difficoltà di accesso al credito e producono carenze di infrastrutture.
È convinzione della UIL che il Paese potrà uscire dalla fase di recessione e riprendere la via dello sviluppo economico e sociale solo puntando a una forte sinergia tra sistema produttivo, conoscenza e cultura. Occorre investire sulle start-up, sulle idee innovative e sulla capacità di gestire processi produttivi ad elevato valore aggiunto, a tutti i livelli di professionalità. Occorre investire sulla formazione, molto di più di quanto non sia stato fatto finora, e soprattutto occorre rivalutarne il ruolo. Essa va collegata strettamente alla ricerca, da un lato, e alla intenzione produttiva, dall’altro. Occorre creare condizioni di sistema che siano capaci di generare e sostenere il circolo virtuoso che a partire dalla scuola (dall’istruzione di base), attraverso l’attenzione costante delle istituzioni coinvolga l’università e la produzione (industria e servizi) e si diffonda e si propaghi nella società attraverso la formazione tecnica e la promozione delle idee e delle innovazioni.
Occorre invertire le politiche in merito alla spesa in istruzione e formazione. L’istruzione non può essere considerata una spesa improduttiva da poter tagliare ad ogni finanziaria, ma necessita di una qualificazione alla pari di un settore strategico fungibile allo sviluppo del Paese.
E’ necessaria una riforma della Pubblica Amministrazione che veda il coinvolgimento dei lavoratori, partendo dal rinnovo dei contratti del pubblico impiego.
L’applicazione di nuovi modelli produttivi dovrà essere posta al centro delle nuove strategie: ambientali, economiche, sociali ed occupazionali. Tutela del territorio, politiche energetiche, Agenda digitale come infrastruttura immateriale, sono risorse da valorizzare come strumenti di innovazione e anche per il loro contenuto economico, produttivo e di lavoro, a cui destinare risorse di medio/lungo periodo.
La UIL sollecita scelte di politica fiscale che riducano il peso della tassazione sui redditi da lavoro e da pensione. Occorre ridurre drasticamente le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Tale riduzione deve avvenire attraverso un significativo aumento delle detrazioni. Le risorse necessarie possono essere recuperate sia combattendo l’evasione fiscale e sia utilizzando i risparmi generati dalle riduzioni degli sprechi e dei costi della politica.
Una riforma complessiva non può non passare attraverso la revisione dell’assetto del federalismo amministrativo e fiscale. Riteniamo decisivo determinare compiti e responsabilità, garantendo alle Autonomie il finanziamento integrale delle funzioni pubbliche essenziali. E’ inoltre necessario assicurare l’invarianza del prelievo complessivo coniugando solidarietà e perequazione dei territori più svantaggiati. Ogni livello di Governo, nazionale o locale, dovrà poter far riferimento ad un’imposta propria ben definita. A tal fine pesa la contrattazione territoriale e locale, che è importante consolidare e diffondere su tutto il territorio nazionale.
Il Mezzogiorno può ritrovare nei Fondi strutturali europei e nel Fondo di Sviluppo e Coesione la grande occasione per il rilancio. Queste rappresentano al momento le uniche e preziose risorse certe e manovrabili dei bilanci pubblici. La possibilità di sviluppo e crescita risiederà tutta nella capacità di saperli utilizzare in maniera efficiente. Efficienza, trasparenza, responsabilità, credibilità: in sintesi “autorevolezza delle Istituzioni”. Solo così si potrà rilanciare il Mezzogiorno, riportandolo tra le priorità dell’agenda politica nazionale.
Stato sociale e salute, disabilità e non autosufficienza per anni sono stati trattati vergognosamente come centri di costo da razionalizzare. E questa razionalizzazione operata con tagli lineari ha ridotto i servizi essenziali soprattutto ai più bisognosi, ma non ha sfiorato sprechi e fenomeni di concussione. Occorre tornare a investire sullo stato sociale, per garantire tutela della salute e qualità della vita a tutti i cittadini, e individuando negli interventi sul welfare nuove occasioni di sviluppo occupazionale.
Denunciamo i guasti prodotti dalla Legge Monti-Fornero, che è stata la più gigantesca operazione di cassa fatta sul sistema previdenziale italiano ed ha sconvolto la vita di migliaia di lavoratori alla soglia dell’età pensionabile. La Uil si muoverà affinché sia reintrodotto il meccanismo di flessibilità in uscita tra i 62 ed i 70 anni, riveduta l’attuale normativa sui lavori usuranti e favorita l’uscita graduale dal mondo del lavoro attraverso il part-time incentivato.
L’aumento dell’occupazione femminile dovrà essere un obiettivo primario per rispondere alle reali necessità del Paese. Sarà fondamentale predisporre strumenti e strategie che, in una prospettiva di valorizzazione ed incremento del lavoro femminile, siano orientati alla creazione di servizi pubblici e privati di sostegno all’occupazione, onde favorire un efficace welfare aziendale e territoriale.
Una presenza così massiccia di stranieri nel mercato del lavoro obbliga ad un miglioramento dei servizi offerti a tutela dei nuovi cittadini.
Uno dei drammatici effetti della crisi è stata la perdita o l’impossibilità di accedere a un’abitazione. Questo dramma rende necessario una generale rivisitazione della L.431/1998 (Riforma delle locazioni), introducendo le modifiche occorrenti per il raggiungimento degli obiettivi alla base della riforma. Le politiche abitative vanno rinnovate, coniugate con la riforma dello stato sociale e con il rilancio degli investimenti e dell’occupazione, rimettendo il “tema dell’abitare” al centro dell’agenda politica esigendo interventi strutturali.
In questi anni la nostra azione sul territorio è stata costantemente rivolta ad affrontare, in confronto con le istituzioni locali, regionali e nazionali, le questioni aperte dalla crisi occupazionale, che è stata particolarmente violenta sul nostro territorio, e anche tutti i punti di crisi, che peraltro si trascinano ormai da molti anni.
Il piano di reindustrializzazione attraverso i Piani di Azione e Coesione e con ulteriori investimenti che prendano avvio dalla difesa e dalla valorizzazione delle competenze presenti nel territorio della provincia di Caserta nei settori delle Telecomunicazioni, della produzione di materiale ferroviario rotabile, della componentistica dell’indotto auto e degli elettrodomestici.; lo sviluppo del turismo attraverso la valorizzazione delle emergenze culturali, della fascia costiera balneabile e per il diporto, e l’adozione della legge regionale sul turismo; il risanamento ambientale e le bonifiche nella terra dei fuochi; gli investimenti in cultura, con l’istituzione di un Conservatorio e di una Scuola del Restauro e la denominazione dell’università di Caserta; il risanamento del trasporto pubblico locale; nuovi grandi investimenti in un parco tematico dell’aerospazio e nella trasformazione dell’aeroporto militare di Grazzanise in un aeroporto industriale; il completamento delle grandi opere dell’Interporto Maddaloni/Marcianise, dei Poli serico e calzaturiero, del Policlinico di Caserta: sono questi settori ed interventi strategici sui quali la Uil richiederà un maggiore impegno alle istituzioni locali e alla Regione Campania, per il rilancio e lo sviluppo del territorio casertano.
La Uil di Caserta conferma il proprio impegno per il contrasto alla criminalità e per la difesa della legalità, condizione imprescindibile per qualsiasi ipotesi di sviluppo e di qualità della vita nel territorio.
Con questi obiettivi intendiamo qualificare in modo fondamentale il nostro impegno alle successive fasi congressuali alle quali partecipano i nostri delegati.