Il Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana Dop terrà venerdì prossimo, 31 maggio, l’assemblea annuale dei soci. L’appuntamento è in programma alle ore 15.30 per il secondo anno consecutivo in un bene confiscato alla camorra, diventato oggi sede del Centro nazionale di formazione del Corpo forestale dello Stato, in viale delle Acacie, zona Pinetamare a Castel Volturno. Nell’auditorium intitolato a don Peppe Diana, l’assemblea è chiamata ad approvare il bilancio consuntivo. Due le sessioni di lavoro: una parte privata e un’altra pubblica con l’intervento dell’assessore regionale all’Agricoltura, Daniela Nugnes, e la partecipazione dei vertici di altri Consorzi di Tutela italiani.
“L’iniziativa rappresenta un appuntamento fondamentale, il più importante dell’anno per il nostro Consorzio, per fare il punto sia su come si è chiuso un anno di attività sia sugli scenari che si delineano per il prossimo futuro”, sottolinea il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo.
I numeri del 2012 segnalano un comparto che regge alla crisi: la produzione complessiva di mozzarella di bufala campana Dop è stata di 37.056 tonnellate, sostanzialmente in linea con il dato dell’anno precedente. L’export si è attestato al 24%, con un forte incremento delle vendite soprattutto in Francia, divenuto ormai il principale mercato estero, e nei Paesi dell’Est Europa. All’estero, il prodotto è venduto per il 54% a marchio di terzi.
Due sono le sfide principali che saranno al centro del dibattito dell’assemblea: gli effetti del nuovo decreto di attuazione della legge sul cosiddetto “doppio stabilimento” (la 205/2008, la cui entrata in vigore è stata prorogata a fine anno), che ha recepito nel nuovo testo un principio fondamentale indicato dal Consorzio di Tutela, ovvero l’obbligo per i caseifici di utilizzare esclusivamente latte idoneo alla Dop, “ma che rappresenta ancora una vera e propria spada di Damocle sulla filiera”, incalza il presidente.
L’altro tema di rilievo è rappresentato dalle modifiche al disciplinare di produzione, pensate per rendere più moderno il settore, “ma ferme sui tavoli istituzionali da ben 18 mesi, nel corso dei quali non siamo riusciti a registrare una sola concreta contro-proposta di soluzione dei problemi della filiera da parte di chi su queste modifiche aveva espresso contrarietà o riserve”, dichiara il direttore del Consorzio di Tutela, Antonio Lucisano. Dai vertici del Consorzio si leverà la richiesta di accelerare su questo fronte e approvare le novità proposte.
“Il nostro augurio – conclude il presidente Raimondo – è che la Regione Campania, che con l’avvento dell’assessore Daniela Nugnes ha dato segni concreti di attenzione al nostro comparto approvando proprio ieri in Giunta il piano sulla tracciabilità del latte bufalino, ed il ministero delle Politiche agricole – che ha finalmente un ministro campano – siano al nostro fianco per riscrivere in modo chiaro le regole di questa eccellenza, che deve essere perfettamente tracciata, per assicurare al consumatore un prodotto di assoluta qualità, ma che deve anche essere un prodotto univocamente riconoscibile, in Italia e all’estero, rispetto agli altri”.