CASERTA – La grave crisi che si è abbattuta sull’economia del nostro Paese sta mettendo sempre di più a dura prova il livello di vita dei pensionati, specialmente in un territorio come quello casertano in cui sul loro reddito grava la tassa occulta del mantenimento dei figli disoccupati o precari o del sostegno alle loro famiglie. Una situazione particolarmente pesante quella dei pensionati casertani il cui 80% vive con un reddito inferiore ai 1000 euro mensili e la metà di essi con meno di 500 euro.

A tutto ciò si aggiungono gli effetti della crisi e le manovre del Governo: blocco della rivalutazione delle pensioni; introduzione dell’IMU sulla prima casa; tagli al welfare; tagli ai trasferimenti alle Regioni e agli Enti locali; aumento dei prezzi di beni, servizi e tariffe. Pertanto assume particolare importanza per i pensionati casertani la decisione delle Federazioni nazionali di indire per venerdì 7 novembre una grande giornata di mobilitazione in tutto il Paese per richiamare l’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica sulle difficili condizioni in cui vive la popolazione anziana nel nostro Paese. Come nelle altre città italiane, anche nella nostra provincia la giornata di mobilitazione si articolerà con un presidio di fronte alla Prefettura di Caserta e con delegazioni dei pensionati presso i principali Comuni del territorio. Al centro della giornata i temi fondamentali sui quali le Organizzazioni sindacali SPI-CGIL, FNP-CISL, UIL Pensionati chiedono risposte precise e impegni concreti al Governo, al Parlamento, alle Amministrazioni locali e alle forze politiche. In primo luogo interventi concreti e urgenti a sostegno dei redditi dei pensionati. Occorre una nuova politica fiscale che riduca la tassazione sui redditi da pensione e da lavoro e combatta sul serio l’evasione, l’erosione e l’elusione fiscale. Servono misure per risolvere il problema degli incapienti, che sono coloro i cui redditi sono talmente bassi da non poter usufruire delle agevolazioni fiscali. Occorre inoltre rilanciare il welfare pubblico, nazionale e territoriale, un welfare equo e solidale, in grado di rispondere alle esigenze di tutti i cittadini, a partire da quelli in maggiori condizioni di bisogno, con particolare attenzione alle persone anziane, disabili e non autosufficienti, reperendo le risorse nella razionalizzazione della spesa pubblica, nella lotta agli sprechi, contro la cattiva gestione e i costi impropri della politica e delle istituzioni. Bisogna finalmente approvare una legge nazionale per la non autosufficienza, obiettivo che le Federazioni dei Pensionati di CGIL, CISL, UIL ritengono centrale, dotato di un Fondo adeguatamente finanziato, una legge di civiltà che ci avvicinerebbe alle altre grandi nazioni europee. Occorre inoltre che ci sia equità nella distribuzione dei sacrifici, che fino ad oggi sono ricaduti principalmente sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati; un fisco più equo; una rete di servizi sociali e sanitari omogenea su tutto il territorio nazionale e per tutti i cittadini. Le richieste dei Sindacati dei Pensionati si pongono pertanto in una strategia tesa da un lato a salvaguardare condizioni di vita sempre più insostenibili; e dall’altro a rimettere in moto i consumi, lo sviluppo e la crescita del nostro Paese in modo da creare nuovi posti di lavoro e favorire la giustizia e la coesione sociale.

 

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