CASAL DI PRINCIPE – Il 29 e 30 novembre, in una due giorni, a Napoli prima e a Caserta dopo, la Fillea Cgil nazionale e regionale e l’Osservatorio Nazionale Edilizia e Legalità, di concerto con la CGIL, organizzano rispettivamente, un momento di riflessione e un’iniziativa sindacale, per approfondire il tema del ruolo sociale della presenza dello Stato nella bonifica e nella riconsegna delle imprese ai territori, e il ruolo sindacale che la FILLEA deve svolgere nelle imprese della filiera delle costruzioni sequestrate o confiscate per la tutela del lavoro e dei lavoratori.
Nello specifico, il 30 novembre, dalle ore 10.00, a Casal di Principe, in provincia di Caserta, presso il “Teatro della Legalità”, la Fillea Cgil svolgerà la seconda assemblea nazionale dei delegati e dei lavoratori dipendenti dalle imprese sequestrate o confiscate, sul tema: Attività sindacale nelle aziende sequestrate e confiscate, ruolo e funzione dell’Agenzia nazionale Beni Sequestrati e Confiscati.
La situazione della gestione delle imprese da parte della magistratura, nella fase del sequestro, e dell’Agenzia per i beni sequestrati o confiscati oggi è drammatica, anzi catastrofica. A quasi trent’anni dall’entrata in vigore della legge 13 settembre 1982, n. 646 (e successive modificazioni) si è formato un imponente quantitativo di beni mobili e immobili, di aziende industriali, agricole e commerciali attualmente nelle disponibilità dello Stato e di altre amministrazioni pubbliche, eppure poche decine sono le imprese che economicamente hanno mantenuto o consolidato una situazione produttiva e, nel momento di decidere sulla loro “destinazione” si rischia di confermare il fallimento dell’attività dello Stato che vince la battaglia militare, ma perde quella sociale ed economica. A queste pochissime esperienze non negative si affianca un cimitero di aziende chiuse che, anche considerando l’esistenza di pseudo – aziende, rappresentano comunque un fallimento non della presenza dello Stato nell’economia ma di una gestione delle stesse improntata ad un mero “galleggiamento” finalizzato esclusivamente ai tempi delle procedure giudiziarie. Per questo appare decisiva l’attività sindacale nelle e con le aziende, dalla sottoscrizione di piani industriali che diano certezza all’attività produttiva, all’occupazione e ai redditi dei lavoratori dipendenti da quelle aziende. Nel contempo risulta indispensabile che l’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati assolva oltre alle finalità giudiziarie, anche a quelle economiche-produttive, dotandola anche di una dirigenza proveniente dal Ministero per lo Sviluppo Economico. Per tutti questi motivi è stata promossa una raccolta di firme dalla CGIL, per la presentazione di un disegno di legge d’iniziativa popolare, nel quadro della campagna nazionale “IO RIATTIVO IL LAVORO”, illustrata lo scorso 4 ottobre a Roma, con l’obiettivo di impedire che a causa della forte presenza mafiosa altre imprese strutturate siano chiuse, affittate o vendute senza un percorso concordato con il sindacato.