CASERTA – Cinque volumi ricchi di indicazioni storiche e geografiche per rilanciare il turismo nella provincia casertana. E’ l’iniziativa presentata questa mattina alla sede dell’EPT, nei locali della Reggia Vanvitelliana, dal commissario Alfredo Aurilio. L’idea di fondo delle nuove guide è che il turismo nel casertano
“non sia più solo un turismo mordi e fuggi. E in vista dell’imminente estate 2012 – spiega il funzionario – credo che siano maturi i tempi perché il mare di Mondragone e di Baia Domizia ottenga la bandiera blu. Sul litorale sono stati messi in campo progetti, fondi e soprattutto sinergie istituzionali: i dati dell’Arpac sono da tempo incoraggianti, sono dunque convinto che questo porterà a raggiungere l’obiettivo del massimo riconoscimento sulla limpidezza delle nostre acque”. Ma in attesa dell’estate, l’Ept punta molto sulle guide che dovrebbero aumentare il livello di conoscenza di Terra di Lavoro da parte dei circuiti turistici. Le guide interessano l’intero territorio provinciale: il litorale è valorizzato nell’opera su “Baia Domizia, Sessa Aurunca e il Parco regionale di Roccamonfina-Foce del Garigliano”, il secondo volume, a cura di Bernardino Emanuele Cuccaro, riguarda gli “Itinerari turistici da Capua a Sessa Aurunca”, mentre “I luoghi casertani” di Antonio Tedesco si occupa di tutti i 104 Comuni di Terra di Lavoro; i piccoli borghi e i grandi attrattori sono al centro del progetto “We Campania” (in italiano e in inglese) dedicato alla promozione turistica della regione a New York, promosso dall’assessorato regionale al Turismo e curato dall’Ept di Caserta che, a metà aprile, rappresenterà la Campania negli Usa. Sul versante del turismo culturale il volume di Giuseppe Coppola edito da Electa, “Le luci e la pietra L’oggetto urbanistico tra arte, architettura e design”, è dedicato al borgo di San Leucio e alla grande esposizione all’aperto di arte e design, curata dallo stesso Coppola, con installazioni e oggetti luminosi dei migliori designer italiani contemporanei, che hanno impegnato l’intero sito borbonico, ridisegnando San Leucio da officina di produzione industriale a officina di produzione culturale inserita nel circuito dell’arte contemporanea.