Il fallimento della ACMS è lo specchio della cattiva gestione da parte della politica e delle istituzioni di questo territorio dei servizi pubblici. Dopo anni di saccheggi e di una gestione allegra dell’ACMS, così come di altri servizi pubblici, che la politica ha concepito come luogo in cui sistemare i suoi amici e le sue “eccedenze”, siamo arrivati alla sentenza del Giudice che in data 22 marzo 2012 ha dichiarato fallita l’azienda consortile di trasporto.

Siamo giunti all’epilogo di una vicenda dall’esito annunciato, che la CISL di Caserta e la FIT, la Federazione dei trasporti ad essa aderente, ha da tempo segnalato ad istituzioni che ancora una volta si dimostrano inadeguate ai loro doveri verso il territorio. Lo stock di debito accumulato dall’ACMS in lunghi anni di gestione dissennata, frutto di un sistema di sprechi, inefficienze e ruberie, si è rivelato incolmabile nonostante i crediti che l’azienda può vantare nei confronti di Enti locali inadempienti, a partire dal Comune capoluogo, attualmente in dissesto, che ha un debito di 13 milioni di euro verso l’ACMS. I recenti due anni di gestione commissariale non hanno portato a nessun miglioramento della situazione dell’Azienda: il commissario non ha mai presentato un piano industriale che a partire da un maggior efficientamento del servizio potesse comportare anche il risanamento della situazione finanziaria. Il commissario si è posto solo in una logica di riduzione dei costi, intervenendo peraltro solo su quello del lavoro, mentre continuavano le scorribande sulla cassa, tramite pagamenti di fatture e parcelle milionarie e fitti esorbitanti di sedi. A nulla sono pertanto serviti i sacrifici di cui il sindacato e i lavoratori, con grande senso di responsabilità, si sono fatti carico: rinuncia alla contrattazione di secondo livello; rinuncia ad una serie di benefit a partire dai buoni-pasto; collocazione del personale in CIG in deroga. Nel mentre il sindacato, la FIT e la CISL, si impegnavano per trovare soluzioni adeguate, è continuata una gestione dissennata che è giunta alla situazione odierna. La CISL e la FIT denunciano con forza l’attuale assordante silenzio delle istituzioni, a partire dalla Provincia, che pure hanno l’obbligo di garantire la non interruzione di un servizio pubblico essenziale come la legge prevede. La CISL e la FIT invitano la Prefettura di Caserta a voler intervenire con forza sulle istituzioni, Regione, Provincia e Comune di Caserta, titolari la prima di 1.700.000 Km, la seconda di 5.500.000 Km e il terzo di 1.700.000 Km di tratte affinché si assumano le loro responsabilità e facciano capire se il loro silenzio non nasconde la volontà occulta di favorire l’acquisizione da parte di privati, anche senza autorizzazione, del servizio. La CISL e la FIT chiedono quindi al Sig. Prefetto di voler convocare con urgenza un tavolo con le Organizzazioni sindacali e le istituzioni di cui sopra per affrontare una situazione la cui estrema gravità è sotto gli occhi di tutti. In gioco c’è il destino di 500 lavoratori, ma anche quello di migliaia di cittadini, lavoratori, studenti, pensionati già in gravi difficoltà economiche a causa della crisi e ai quali non si può certo chiedere di aggravare ulteriormente i loro conti con l’uso del trasporto privato per andare al lavoro o a scuola. La CISL, inoltre, proprio in virtù del suo comprovato senso di responsabilità sociale, avverte che questa dell’ACMS è una vertenza che si somma ad altre di grande gravità il può comportare l’acuirsi di tensioni sociali che dovrebbe essere interesse di tutti evitare che possano degenerare in proteste incontrollabili. E’ l’ora della responsabilità! Ognuno faccia la sua parte! La CISL e la FIT la faranno fino in fondo, nell’interesse dei lavoratori, dei cittadini, delle comunità locali.

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