Nonostante la crisi, il numero delle imprese in Terra di Lavoro ha registrato, nel 2011, un aumento dello 0,5 per cento. Si tratta di un dato in controtendenza rispetto alle variazioni negative della Campania o della sostanziale stabilità nella dimensione nazionale. La crescita, tuttavia, non è servita a are un segno positivo al Pil, che, sempre nello scorso anno, ha conosciuto una caduta del 6,6 per cento. Per quel che concerne la realtà produttiva così come è strutturata, l’incidenza del settore manifatturiero risulta essere del 12 per cento, contro una media nazionale pari al 18,8.
Tale cifra pone in luce una notevole carenza in uno dei settori a valore aggiunto potenzialmente più elevato e stabile. E’, in estrema sintesi, il quadro delle condizioni dell’economia casertana come si evince dal rapporto dell’istituto Tagliacarne. Lo studio sarà oggetto di una approfondita valutazione ed analisi nel corso dell’incontro che la Camera di Commercio vi dedica oggi, venerdì 4 maggio. Con il contributo di esperti e studiosi, infatti, nella sala consiliare dell’ente in via Roma, 75, a partire dalle 9.30, si celebra la “Decima Giornata dell’economia”. Dopo il saluto del presidente della Provincia Domenico Zinzi, i lavori saranno introdotti dal presidente Tommaso De Simone. Le relazioni saranno svolte dal preside della facoltà di Ecomia della Sun, Clelia Mazzoni e dal direttore del Dipartimento di Economia, Vincenzo Maggioni. Le conclusioni saranno affidata all’assessore regionale al Lavoro, Severino Nappi. “E’ un’occasione che si rinnova – sottolinea il presidente dell’ente camerale – per mettere a fuoco lo stato, che attualmente caratterizza la nostra economia. A fronte di non poche ombre, in linea con le condizioni regionali e nazionali, si profila anche qualche luce. E’ su queste, in particolare, che abbiamo il dovere di insistere, come da tempo stiamo facendo, del resto. Abbiamo bisogno di favorire le condizioni strutturali perché l’economia torni a girare per il suo verso. Per questo obiettivo,ad esempio, è strategico impegnarsi perché si crei un moderno e più efficiente sistema creditizio a vantaggio delle piccole e medie aziende che costituiscono il tessuto connettivo del nostro sistema economico; occorre incrementare, allo stesso tempo, l’export dei prodotti di eccellenza, che non temono confronto”.