“L’Iacp di Caserta resterà a secco. Nella più rosea delle prospettive e contabilizzando le migliaia di  euro di imposta sulla casa che ha da pagare. L’istituto sembra proprio sull’orlo del baratro con il pericolo certo di creare altra disoccupazione. Il fallimento è ad un soffio. Infatti, in Parlamento, nel tentativo di evitare il salasso,  l’onorevole Ermete Realacci ha ritirato l’emendamento alla legge 102 che riconosceva agli alloggi degli istituti popolari di tutta Italia lo status di prima casa, permettendo loro di non pagare la tassa, intanto i sindacati degli inquilini stanno premendo sulla presidenza del Consiglio affinché ciò non accada”. A dichiararlo Carlo Scalera, segretario del Sicet/Cisl in una nota.

 

“In questo quadro desolante che lascia presagire scenario foschi, si inserisce un’indagine della Federcasa: nel corso del 2013 la richiesta di alloggi pubblici è aumentata in media del 25 per cento mentre nel meridione in alcune zone come la provincia di Caserta si arrivato al 35 per cento . Da un lato le tasse spingono in alto gli affitti e dall’altro i redditi sempre più ridotti rendono difficile pagare i canoni. Di qui, la necessità per tanti di ricorrere agli alloggi popolari. Solo che quelli disponibili o sono già assegnati o sono stati occupati precedentemente.

 

In questa nefasta congiuntura, in cui si somma il disastro finanziario e l’aumento della domanda, in tanti sperano nella costruzione di nuovi alloggi. Di fronte al crescente disagio abitativo, il Governo deve essere chiaro e definire, una volta per tutte, lo Stop dell’Imu a carico degli Istituti di Case Popolari che sono parte integrante dello Stato. Organismi istituzionali cui è affidato un compito essenziale in difesa delle fasce sociali deboli e su cui già grava una imposizione fiscale spaventosa e incomprensibile: Ires, Irap, Iva, oltre le tassazioni locali. Insomma, lo Stato non può tassare se stessi e i più poveri tra i poveri. Eppure i senza tetto possono aspettare. La gestione fallimentare della fase commissariale degli  Iacp di Caserta, la mancata politica della casa  della Regione Campania, non ha fatto altro che peggiorare la situazione e il tasso ingestibile di malcontento tra gli inquilini degli iacp della provincia di Caserta.

Il Sicet, sindacato degli inquilini della Cisl, punta al sodo: chiede che fine ha fatto la tanta sfoggiata riforma annunciata del ex Assessore Taglialatela? Quella sbandierata al cospetto di platee plaudenti in alcuni mega convegni che hanno richiamato il pubblico delle grandi occasioni, dopo le audizioni farsa fatte dalla quarta Commissione regionale? Che dire del menefreghismo assordante dell’opposizione. La dimostrazione è che si è fatta l’ennesima operazione di potere che niente ha a che vedere con la voglia di cambiamento e di seria riforma dell’edilizia pubblica in Campania. C’è da chiedersi: quali sono i grandi risultati che hanno prodotto le scelte di questa Regione sulle questioni abitative? Interrogativi aperti da incorniciare in un contesto dominato da Istituti Case Popolari completamente lottizzati e allo sfascio (con politiche tutte concentrate sullo smobilizzo disordinato del patrimonio, causa di diseconomie più che di utili gestione). Dove sono le migliaia di alloggi di grande qualità promessi?

E’ veramente avvilente che su tutto questo scempio nessuno abbia niente da dire. Un silenzio disumano e irresponsabile consumato nella vile indifferenza verso le condizioni di migliaia di famiglie che non riescono più a sopportare il peso di affitti insostenibili e di altrettante che rischiano di essere sfrattate dalla propria abitazione perché pericolante o malsana. La grande speranza di una riforma dell’edilizia pubblica, purtroppo, ancora una volta si allontana, immolata sugli altari di interessi che niente hanno a che vedere con la sacrosanta esigenza di creare le condizioni per migliorare la vita dei cittadini e la qualità di  interi quartieri e delle città”.

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