TEVEROLA – Si è sciolto il presidio dei lavoratori organizzato in contemporanea con lo sciopero di circa 3 ore dei due stabilimenti dell’Indesit ubicati nell’area industriale di Teverola-Carinaro nel Casertano. I circa 400 dipendenti presenti, al grido di “Lavoro, lavoro” e “l’Indesit non si tocca”, sono tornati in fabbrica per riprendere la produzione; “noi lavoratori Indesit siamo persone serie – ha urlato al megafono il dipendente ed rsu Paolo Bracciano – continueremo a produrre perché ci teniamo a quest’azienda che abbiamo contribuito a far crescere con tanti sacrifici”.

Al presidio sono intervenuti il deputato del Pdl Luigi Cesaro, il consigliere regionale Nicola Caputo, che ha parlato “di una bomba sociale pronta ad esplodere”, proponendo di inserire “l’Indesit tra le aziende del Casertano che dovrebbero beneficiare dei 40milioni di euro previsti nell’ambito del piano Azione e Coesione”; c’erano i sindaci di numerosi comuni casertani (Aversa, Gricignano, Teverola, Carinaro, Sant’Arpino, Lusciano, Frignano, Villa Literno, Casaluce, Santa Maria Capua Vetere, Santa Maria a Vico, ndr) e napoletani (Acerra, Mugnano e Sant’Antimo) che si sono poi recati presso il municipio di Teverola per concordare le iniziative da intraprendere a tutela dei lavoratori. E’ certa comunque l’organizzazione di un grande corteo che dovrebbe tenersi nei prossimi giorni ad Aversa. “Il territorio va coinvolto, perché dobbiamo far capire al Governo centrale che la provincia casertana non può assolutamente fare a meno di questa azienda” ha spiegato il segretario della Fiom-Cgil Caserta Massimiliano Guglielmi, mentre il segretario della Uilm Campania Giovanni Sgambati ha ricordato “che con i Merloni (presidente dell’Indesit è Andrea Merloni, ndr) abbiamo costruito un percorso importante, anche di legalità, formando e assumendo in Indesit con il progetto Jonathan giovani provenienti da zone degradate tra Napoli e Caserta; adesso cosa diciamo a questi ragazzi?”. Presenti anche i leader provinciali delle sigle confederali; parlando ai lavoratori, Giovanni Letizia (Cisl), ha dichiarato che “i Merloni non possono tradire questo territorio grazie al quale si sono arricchiti”, mentre Camilla Bernabei della Cgil ha affermato che “se l’Indesit dovesse attuare il suo piano di tagli ne uscirebbe sconfitta definitivamente l’intera politica industriale italiana ferma già da tempo; è necessario che gli imprenditori cui vengono assegnati fondi pubblici come è accaduto in passato ai Merloni siano vincolati a realizzare investimenti in innovazione o non saremo mai competitivi come la Turchia o la Polonia”. Per Farinari (Uil), “negli ultimi anni già sono andati via oltre 200 lavoratori, quelli rimasti hanno fatto sacrifici enormi per produrre fino a 4000 lavatrici al giorno, raggiungendo un alto grado di efficienza. I dipendenti di Teverola-Carinaro sono un fiore all’occhiello da difendere”.

 

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