MARCIANISE – Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta da Anna Lisa Minutillo, lavoratrice della Jabil di Marcianise, ai suoi colleghi.
Forse sono io ad avere una visione differente della vita e del lavoro, delle relazioni interpersonali, dell’educazione e del rispetto.
Forse di illusi ne sono rimasti anche pochi e forse fa meglio chi non ci crede più. Forse per qualcuno la vita e il rispetto per le persone sono solo parole vuote e prive di valore. Forse qualche soldo in più fa sentire ricco chi basa la propria esistenza sul denaro, non saprei. Forse ci si dimentica che chi circonda di attenzioni esseri che credono di avere in mano lo scettro del potere alla fine sono solo delle “povere persone”, poiché non hanno ancora compreso che i sentimenti non si comprano.
Ma forse è anche vero che questo Paese non ha bisogno di personaggi così e che noi con la nostra determinazione e con la trasparenza dei nostri ideali, se vogliamo e se restiamo uniti, possiamo far cambiare lo stato delle cose. Non riesco personalmente a comprendere come si possa continuare ad essere fieri dopo aver reso incubi i sogni di chi nel proprio lavoro ci credeva e pensava di poter semplicemente continuare a vivere onestamente. Non riesco a capire come si possa essere fieri delle lacrime stampate sui volti di persone che hanno sempre lavorato e che da sole se ne sono tornate a casa. Per il loro ultimo giorno di lavoro, senza nemmeno aver avuto la possibilità di salutare i colleghi, ritrovandosi a fissare per l’ultima volta gli interni dell’azienda dove hanno sempre prestato servizio quasi a non volerne dimenticare mai i contorni, quasi come se fosse stato tutto e solo un lungo sogno.
Non riesco a capire se e quanto valga questa spocchia arrogante nei confronti di chi con la parola “LAVORO” non si è solo riempito la bocca ma ha fatto andare sempre le mani, i pensieri, la competenza, la voglia di portare il suo contributo e non di essere appiattito e condannato al silenzio. Devo essere una persona che ha sbagliato secolo per nascere e vivere, devo essere una persona idealista e sognatrice, devo essere una persona illusa e non arrendevole, devo essere una persona poco incline alla rasseganzione. Devo essere una persona alla ricerca di qualcosa che magari, forse, non c’è. Ma tutto sommato so di essere una persona contenta di sé, una persona che non ha mai smesso di sognare e di credere nelle sue potenzialità. E non credo di sbagliare, anche perchè con me ci sono altre 324 persone che credono nelle stesse cose, che non hanno voglia di svendersi al peggior offerente, che credono ancora che nessuna abbia il diritto di arrogarsi decisioni che vanno aldilà del posto di lavoro.
Non ci si rende conto che intorno all’occupazione ed alla retribuzione vi sono una miriade di situazioni da sistemare e da vivere, non ci si rende conto che restare senza impiego toglie la dignità e non ti fa quasi più comprendere chi sei e dove stai andando, non ci si rende conto o non ci si vuole rendere conto? Perché non proviamo a dimezzare lo stipendio di chi mette le sue idee a disposizione della tristezza futura altrui?
Non ci siamo proprio, ma nonstante il brutto momento che sto vivendo sono sempre fiera di me, dei miei ideali e di non essermi fatta imbruttire dalla vita fino al punto da restare indifferente difronte alle lacrime ed alla disperazione creata.
Avanti ragazzi/e consoliamoci perchè il futuro, questo 2012, non è in quelle mani sporche ma nella trasparenza dei nostri sguardi!