La Cgil di Caserta e la Flai Cgil di Caserta denunciano i gravi episodi i che si sono verificati nei giorni scorsi sul litorale domitio ed in particolare nella città di Mondragone. Tali eventi hanno fatto risaltare un clima che desta grande preoccupazione ed evidenzia il proliferare del triste fenomeno del caporalato. Subito dopo l’incendio di alcuni furgoni per il trasporto di persone, l’immediata risposta delle forze dell’Ordine ha dato risultati positivi poiché i controlli intensi hanno portato al fermo di alcuni mezzi di trasporto, pieni di lavoratori stranieri, pronti a scendere tra i campi del casertano per svolgere l’attività lavorativa bracciantile privi di qualsiasi forma di contratto. “La Flai e la Cgil da tempo evidenziano la presenza in quelle zone di persone che operano nell’illegalità in modo inequivocabile, tanto da rendere che il caporalato merce di conflitto tra bande straniere – ha dichiarato il Segretario Provinciale Flai Pasquale Campanile – Già la scorsa estate, dopo una serie di presidi mattutini sul territorio della Flai Cgil di Caserta, avevamo denunciato agli organi competenti alcuni episodi,contribuendo così al fermo di alcuni caporali. Ai nostri occhi è stato chiaro sin da subito che il caporalato in quelle terre viene gestito in particolare da comunità immigrate con caporali che esercitano il proprio predominio sui loro connazionali”. “Per sconfiggere questa vergognosa piaga sociale, qual è il caporalato – ha continuato la Segretaria Generale della Cgil di Caserta, Camilla Bernabei – urge che il Governo approvi la proposta di decreto, ferma in commissione parlamentare, che inasprisce le sanzioni penali ed istituisce nuove forme di controllo, e che prevede anche un maggiore coinvolgimento delle parti sociali, per innalzare la qualità del lavoro agricolo, creando un mercato del lavoro pubblico e trasparente, con maggiori sanzioni alle aziende che si affidano ai caporali. La nostra presenza sulla problematica del caporalato continuerà – come ribadito al tavolo istituzionale in Prefettura sulla base del protocollo nazionale, contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura”. Il protocollo è stato firmato dal ministero dell’Interno, del Lavoro, delle Politiche agricole alimentari e forestali, d’intesa con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, le Regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Piemonte, Puglia e Sicilia, con le organizzazioni sindacali Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, e con le associazioni di categoria Coldiretti, Cia, Copagri, Confagricoltura, e Cna, Alleanza delle Cooperative, Caritas, Libera e Croce Rossa Italiana. La Cgil e la Flai di Caserta responsabili dell’impegno che viene richiesto ai soggetti firmatari del protocollo nazionale, che vede in forma sperimentale maggiori azioni di contrasto al caporalato in alcune province tra cui Caserta, sarà impegnata affinché si riesca a sconfiggere questa nuova forma di schiavismo che vede messa in discussione la dignità della persona, i diritti primari quale il diritto alla salute, il diritto a poter bere liberamente acqua durante il lavoro nei campi sotto il sole, il diritto ad avere un contratto di lavoro, così come previsto dalle normative vigenti.