CASERTA – Occorre ridare vita alle aziende sequestrate e confiscate, valorizzando lo straordinario potenziale che esse hanno in dotazione. Tutto ciò sarà possibile attraverso la costituzione di una banca dati nazionale che ne tuteli la posizione di mercato; occorre poi sostenere il percorso di reinserimento dei lavoratori, favorire la riconversione e la ristrutturazione aziendale e agevolare l’emersione dei rapporti di lavoro irregolari.

È stato questo il messaggio unanime lanciato questa mattina dal Segretario Generale della Cgil di Caserta Camilla Bernabei, dal Magistrato Raffaello Magi e da Gianni Solino, in rappresentanza delle Associazioni co-promotrici della campagna “Io riattivo il lavoro”, nel corso di una conferenza stampa svoltasi alle ore 12.00 presso

la sede dell’Amministrazione giudiziaria gruppo E.W.A., in via Mazzocchi 89 a S.Maria C.V.

L’incontro con gli operatori della comunicazione è stato promosso, oltre che per rilanciare la campagna “Io riattivo il Lavoro”, per presentare la proposta di Legge di iniziativa popolare che consenta l’emersione e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata, a sostegno della quale è già partita su tutto il territorio nazionale una raccolta di firme . L’obiettivo è – quindi – proprio quello di promuovere una campagna rivolta al Paese, alle istituzioni e al Governo perché si tutelino i lavoratori delle aziende sottratte alla criminalità organizzata e si valorizzi l’enorme potenziale di sviluppo di queste attività economiche e produttive.

Il Segretario Bernabei, dopo aver ampiamente illustrato le motivazioni dell’iniziativa,  ha evidenziato l’importanza – tra gli altri – della presenza dei Segretari generali delle categorie più coinvolte nella tematica affrontata, ovvero della legalità e della lotta al lavoro nero:  Benedetto Arricale, in rappresentanza della FILCAM, Agelo Paolella, in rappresentanza della FLAI, e Mario Martucci per la FILLEA.

Il Giudice Magi, a sua volta, ha messo in luce la necessità di norme che garantiscano la conservazione e non la dispersione di posti di lavoro in un territorio in cui, oggi più che mai si denuncia un’altissima percentuale di disoccupazione. Il Magistrato ha spiegato anche che oggi sono molti di più i settori a rischio illegalità. Infatti, se un tempo erano coinvolti il settore edilizio e quello dell’allevamento, ai nostri giorni la criminalità è presente in settori come quelli dei carburanti, dei trasporti, dei videogiochi, delle bonifiche ambientali, degli impianti fotovoltaici, degli autoricambi…

Quando si sequestra un’azienda, quindi, occorre operare nell’ottica di mantenere i posti di lavoro, regolarizzandone i parametri, ovvero eliminando i posti “in nero” e mettendo la contabilità a posto. Ma per fare tutto ciò, oggi manca il sostegno degli operatori finanziari, che a loro volta non sono tutelati dalla legge. Intanto sarebbe  necessario e decisivo l’intervento delle banche e dei controlli effettivi per poter finalmente accedere ad un circuito di produzione e lavoro puliti.

Gianni Solino, attento interprete della vera legittimità, ha spiegato che quella della Cgil oltre che una proposta di legge è un vero e proprio percorso verso la legalità, che si propone come seguito dei risultati notevoli raggiunti negli anni.

All’iniziativa, promossa dalla CGIL hanno aderito numerose associazioni impegnate nella lotta alla criminalità organizzata, tra le quali Arci, Fics, Lega Coop, Libera, Polis, Sos Impresa, Anm, Acli, Confesercenti, Avviso Pubblico, Centro Studi “Pio La Torre”., Comitato “Don Peppe Diana”.

Partendo dal presupposto che le mafie oltre ad essere violenza e criminalità sono anche la holding più prolifica del nostro Paese, con grandi capacità imprenditoriali ed abilità finanziarie, i relatori hanno dimostrato, quindi, come il lavoro pulito possa essere il modo migliore per combattere le illegalità. Occorre, quindi, attraverso un adeguato percorso di formazione, sostenere coloro che intendono lottare, costituendo  cooperative dei lavoratori, e che per tale obiettivo siano disposti a rilevare le aziende oggetto di confisca.

Tutti i cittadini maggiorenni, quindi, provvisti di idoneo documento di riconoscimento, potranno aderire all’iniziativa recandosi presso tutte le Camere del Lavoro d’Italia, le sedi delle associazioni promotrici e presso il comune di residenza per firmare. Quando la quota necessaria di 150.000 firme sarà raggiunta, la proposta di legge sarà depositata al prossimo Parlamento, con l’obiettivo di sollecitare le forze politiche per una rapida approvazione.

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