CASERTA – Giulio Testore segretario della Fiadel chiede ai responsabili del consorzio unico di bacino di stimare i dipendenti in forza al Cub dopo il passaggio di molti comuni alle aziende private. Ecco la missiva: “La scrivente O.S. in virtù delle note inviate dal CUB art.Ce ai Comuni, in violazione della normativa vigente, di cessazione del servizio di Igiene urbana, che ha costretto i comuni a rivolgersi alle ditte private, si chiede alle SS.VV. di conoscere il numero dei dipendenti ancora in forza al CUB art.Ce, ripartiti in operativi, intercantiere ed amministrativi, reintegre con sentenza del giudice del lavoro, dei dirigenti e se sono stati apportati dei licenziamenti secondo i parametri previsti dalla Legge 26/2010 o dal CCNL di categoria, di operativi eventualmente aventi diritto al passaggio di cantiere e non riconosciuti dai Comuni.

Il tutto tenendo conto del nominativo di ogni singolo lavoratore, del proprio inquadramento e della loro data di assunzione e se gli stessi abbiano maturato i 240 giorni sui cantieri dove operavano ed eventualmente le motivazioni del mancato passaggio di cantiere e dei provvedimenti intrapresi dal CUB art.CE. Ad oggi qual è la posizione del CUB nei confronti di quei Comuni che non solo in passato hanno accumulato una forte posizione debitoria, non pagando per mesi, ed in alcuni casi per anni, il canone di servizio al CUB, ma che all’atto dell’uscita non hanno voluto riconoscere neanche gli storici, lasciando al CUB diversi dipendenti che pur avevano invece maturato il diritto al passaggio di cantiere secondo l’art. 6 del CCNL? La gente non trasferita infatti rischia di aumentare ed alterare notevolmente il numero di esuberi, senza che ci sia una collocazione o una legge regionale che definisca le linee guida nel settore Rifiuti in Campania, senza nel contempo che vi sia la definizione per il ricorso agli ammortizzatori sociali, essendo assente al momento l’interesse della politica, da parte di tutti gli schieramenti, sulla problematica grave che attanaglia i lavoratori del Consorzio di Bacino. Gli stessi Sindaci colpevoli di tutto questo, essendo Soci del CUB e committenti dello stesso, dopo che per anni hanno deciso il bello e il cattivo tempo sulle sorti dei lavoratori, si proclamano missionari nel definire il numero dei dipendenti che per legge dovrebbero essere assunti nei passaggi di cantiere e che invece in buona parte restano affibbiati al Consorzio Unico di Bacino. La scrivente O.S. chiede di comprendere come mai questi lavoratori, oggi estromessi dai passaggi di cantiere, quando operavano su quei Comuni che oggi non li hanno voluti riconoscere, perché all’epoca venivano pagati dal CUB, adesso che dovrebbero transitare alle ditte private, i Comuni non vogliono più farsi carico degli stessi? All’approssimarsi della fine del CUB decretata dal Soggetto Liquidatore avrà inizio la macelleria sociale,  senza se e senza ma, dove la dignità dei lavoratori è stata violentata da scelte volute dalla politica, senza tener conto del disagio occupazionale, dove il posto di lavoro diventa una vincita al SuperEnalotto. Anche questa ipotesi è svanita! Da cinque mesi non percepiscono lo stipendio, non vengono versati i loro contributi previdenziali, da tempo, pur trovandosi le trattenute in busta paga le loro finanziarie non vengono saldate, i tfr maturati, le quote previambiente. Per chi ha svolto mansioni seppur diverse da quella attribuitegli si è visto arrivare, come regalo, un bell’avviso di garanzia, assolutamente ingiusto e ingiustificato. Quindi chi potrebbe andare in pensione, dopo anni di lavoro, si trova senza i contributi versati. Chi traghetta presso le private, dopo aver svolto per anni e anni il proprio servizio prima agli ex Consorzi e poi al CUB, si ritrova senza TFR e relativi accessori. Un regalo i nostri politici ce l’hanno fatto. Hanno fatto diventare la nostra provincia la prima in Europa per malattie oncologiche, visto il forte inquinamento creatosi. Secondo voi quale scelta dovrebbero adottare i lavoratori per recuperare la loro dignità, per riavere i loro diritti!? Se tutto ciò che sta accadendo ed è accaduto nella nostra provincia  inerente al Comparto Rifiuti, è da definirsi rispetto della legge e del diritto, anziché agonia, speculazione e violazione dei diritti dei lavoratori e aggiungeremo anche dei cittadini, non può sembrarci che un paradosso. Il problema principale a nostro avviso è quello di vivere in un territorio martoriato dal malaffare, dalle speculazioni, dove la politica è spesso sorda alle vere problematiche, gli Enti preposti e le Istituzioni troppo spesso chiudono un occhi, anzi due, quando devono contrastare con altri poteri forti, mentre sono sempre solerti quando bisogna agire contro i più deboli di tutto questo settore, vale a dire i lavoratori. Attendiamo risposte”.

 

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