Una cabina di regia per governare i processi di riordino istituzionale connessi al “disegno di legge Delrio” garantendo i livelli occupazionali e valorizzando il capitale umano degli enti locali. Cgil, Cisl e Uil hanno firmato ieri con i ministri Graziano Delrio e Gianpiero D’Alia, insieme alle Regioni e all’Anci un protocollo d’intesa a tutela dei lavoratori di Province, Comuni e Città metropolitane. “E’ un accordo importantissimo – commenta Carmine Lettieri, segretario generale Cisl Fp – che servirà a istituire un tavolo di confronto per costruire insieme un nuovo assetto istituzionale.
Si possono modificare gli assetti istituzionali del territorio, ma i bisogni restano. Ecco perché si vuole riorganizzare la rete territoriale dei servizi pubblici: con meno livelli, meno enti intermedi, ma più qualità dei servizi e più investimento nelle competenze. Ma più di ogni altra cosa si va ad attivare una cabina di regia per tutelare i livelli occupazionali e valorizzare i lavoratori”. Spiace notare, ancora una volta,che l’UPI, rappresentata dal Presidente Saitta, che a parole afferma di tenere a cuore le sorti dei dipendenti delle Province, non si sia sentito in dovere di sedersi ad un tavolo di confronto, che, invece, ha l’obiettivo di ridisegnare l’intero complesso delle autonomie locali. “Abbiamo rimesso al centro il tema delle persone che producono valore pubblico per le comunità: le riforme non si fanno a colpi di spugna ma ridisegnando funzioni, ambiti territoriali e profili professionali” spiegano i firmatari del protocollo. “E soprattutto abbiamo ottenuto che le decisioni che riguardano il personale si prendano insieme ai lavoratori”. Tra i punti dell’intesa: un tavolo permanente di confronto nazionale sul riordino degli enti locali (a partire dalle unioni di comuni sotto i 5mila abitanti e dal riordino delle province) e tavoli permanenti regionali e territoriali sul mobilità, formazione e riqualificazione professionale. Inoltre un accento forte sulla salvaguardia dei livelli occupazionali per i lavoratori coinvolti nel ridisegno degli assetti territoriali degli enti, dove tra l’altro si definisce che la mobilità non andrà ad incidere sui patti di stabilità. E poi monitoraggi sui fondi per la produttività e per la contrattazione integrativa dei lavoratori delle Unioni di comuni e per la gestione delle funzioni associate. Così come un impegno sul precariato, obiettivo: valutare i fabbisogni professionali e i possibili percorsi di stabilizzazione. Infine l’istituzione di un tavolo specifico sulle società in house, per spingere su razionalizzazione e reinternalizzazione dei servizi.