CASERTA – Nicola Cristiani (Segretario Provinciale Cisl fps Caserta) Antonio Cerino (Cisl fps Caserta) sparano a zero contro la giunta regionale guidata da Stefano Caldoro per i provvedimenti assunti nel settore della sanità privata. “Per l’ennesima volta giunti in questo periodo dell’anno si ripresentano puntuali i venti di crisi che affliggono da sempre il settore della sanità privata accreditata”.

“Con il decreto 86 del 24/07/2013, la Regione Campania non consente più l’osmosi tra le tre branche della Riabilitazione (ex art. 26; ex art.44; salute mentale e sociosanitario RSA); tale pratica permetteva ad ogni struttura riabilitativa di poter compensare l’eventuale superamento del limite di spesa di una branca utilizzando i fondi previsti per l’altra. L’impossibilità di poter usufruire di ciò, ha determinato un precoce raggiungimento dei tetti di spesa obbligando le numerose strutture riabilitative a non accettare più nuovi contratti terapeutici e\o proroghe di trattamento, sospendendo di fatto l’erogazione delle prestazioni previste. Tutto questo ha penalizzato come al solito, le fasce deboli della popolazione: bambini, anziani e diversamente abili, i quali ricevono quotidianamente sostegno e assistenza dalle strutture che operano sul territorio. Infine é da segnalare la drammatica condizione in cui versano i lavoratori dei centri di riabilitazione, in questo clima di incertezza sull’immediato futuro si paventano tagli al personale, cassa in deroga, contratti di solidarietà e serrate a tempo indeterminato, e tutto ciò grava come una spada di Damocle sul capo di migliaia di operatori del settore. Ribadiamo con forza i diritti fondamentali di ogni Uomo: il “Diritto alla Salute” e in secondo ordine il “Diritto al Lavoro”; Con il decreto 86 del 24/07/2013 sembra che la Regione Campania sia stata capace di cancellarli entrambi in un sol colpo, inficiando sia l’assistenza alla salute dell’individuo che il futuro lavorativo di tanti operatori che hanno scelto di dedicare parte della loro vita alla cura e al sostegno dei meno fortunati”.

 

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