Il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana dop chiede “pene esemplari nei confronti dei truffatori”. La mozzarella di bufala dop – ricorda – è “il prodotto che vanta il maggior numero di controlli, oltre 15.000 l’anno” e che “è l’unico Consorzio al mondo ad aver varato un codice etico che prevede l’espulsione per chi non rispetta le regole” eppure “continua a doversi difendere da frequenti attacchi, spesso destituiti di qualunque fondamento”. “E’ una situazione paradossale – spiega il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo – che vede noi, i veri danneggiati, spesso sul banco degli imputati. Proprio noi che, da vicende come quella che recentemente ha visto protagonista un caseificio a Serre (Salerno), riceviamo un enorme danno sia in termini economici che di immagine. Proprio noi che non solo peroriamo la causa di un sistema di controlli sempre più capillare ma che da tempo chiediamo alle autorità di inasprire le pene nei confronti dei truffatori”. “Colpisce – continua il Consorzio – come, in diversi casi, si crei una situazione di assoluta confusione che danneggia il comparto e spiazza il consumatore. E quindi il fiordilatte sequestrato in alcuni titoli diventa mozzarella di bufala, così come caseifici chiusi in zone che nulla hanno a che vedere con l’areale Dop ma che vengono ugualmente ricondotti alla Campania e via dicendo, in un drammatico looping che rischia di mettere in ginocchio un intero comparto, il più importante del centro-sud nel settore agroalimentare”. “Il Consorzio – sottolinea Letizia Gallipoli, Vicepresidente del Consorzio e rappresentante degli allevatori – si complimenta con tutti coloro che lavorano per far sì che le regole vengano rispettate li vogliamo sempre al nostro fianco in questa lotta che vede come obiettivo principale la tutela di una delle più importanti eccellenze del Made in Italy. Ringraziamo – conclude Gallipoli – il Ministero dell’Agricoltura, la Regione Campania e tutti coloro che hanno sostenuto e fortemente voluto la legge sulla tracciabilità del latte di bufala che impone agli allevatori, ai trasformatori e agli intermediari di comunicare quotidianamente, alla piattaforma ministeriale, il latte di bufala prodotto e i suoi derivati. Un passo fondamentale nella strada della tutela di produttori e allevatori onesti e, soprattutto, uno step necessario nei confronti dei consumatori. Consumatore al quale andrebbe però anche spiegato lo stato reale delle cose, smettendola con un sensazionalismo che crea sfiducia su un prodotto ipercontrollato”.