Un tratto di strada del comune di Caserta sarà asfaltato con un prodotto di conglomerato bitumisono ricavato dalla triturazione dei pneumatici fuori uso. E’ questo il progetto contemplato dal protocollo d’intesa promosso da Confindustria Caserta e siglato da Provincia di Caserta,
città di Caserta, Legambiente, Ecopneus scpa, Tecnoevironment scarl, Geos Environment srl , Sycorex S.p.A, Asphalt Rubber e Tecno Beton. La “nuova” strada sarà realizzata nella primavera prossima. E al di là del riciclo – aspetto pure non si secondaria importanza come è emerso dalle cifre allarmanti di Legambiente relative alla quantità di pneumatici abbandonati (cento mila tonnellate l’anno, pari a 78 mila tir) – i vantaggi di utilizzare questo tipo di asfalto sono anche maggiori: migliore fono-assorbenza, maggiore durata, altissimo standard di sicurezza e, soprattutto, recupero ambientale. Il progetto – denominato appunto “una nuova via” – è stato presentato a margine del convegno “Pneumatici fuori uso, quale presente e quale futuro”, che si è svolto questa mattina presso la sede di Confindustria Caserta, cui hanno partecipato il sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, il presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo, l’assessore provinciale Maria Mastellone, il direttore generale di Ecopneus Giovanni Corbetta, il presidente di Tecno Environment Roberto Quaranta, il vice presidente di Confindustria Caserta, Antonio Diana. I lavori sono introdotti dal vice presidente degli industriali Luciano Morelli e coordinati dal giornalista Antonio Arricale, responsabile della Comunicazione dell’associazione datoriale. L’iniziativa, dunque, muove dal principio che i “i rifiuti sono una risorsa e non un problema”. Peraltro, in virtù del protocollo d’intesa sottoscritto, le istituzioni, in primis la Provincia e la città di Caserta, si sono impegnate non soltanto a promuovere l’utilizzo di questo tipo di asfalto, ma anche a rispettare i canoni del “green public procurement”, vale a dire, la raccomandazione di legge che stabilisce l’utilizzo di una percentuale di prodotti ricavati dal riciclo di materiali nella realizzazione di opere pubbliche. Più in generale, invece, il convegno ha dichiarato l’obiettivo di approfondire l’introduzione dell’applicazione dell’art. 228 del Dlgs 152/2006, con cui si definisce la responsabilità dei produttori ed importatori di pneumatici, relativamente alla gestione per la raccolta e smaltimento degli pneumatici fuori uso e delle opportunità che un corretto riciclo dei pneumatici posa offrire al mondo delle imprese. Il problema dei pneumatici fuori uso affligge da anni il territorio regionale. Caserta è sempre stata la provincia più colpita. Che cosa cambia, dunque, di preciso con l’introduzione della nuova normativa in vigore dal 7 settembre 2011? Ebbene, ogni qualvolta che si acquista un pneumatico nuovo, sarà indicato in modo chiaro e preciso, sul documento d’acquisto (fattura o ricevuta che sia) il contributo ambientale che copre i costi di gestione del recupero e del trattamento dei PFU (pneumatici fuori uso). La norma introduce un elemento di profonda discontinuità con il passato: fino ad oggi infatti questo costo veniva inserito nel prezzo del servizio di sostituzione, senza però l’obbligo di segnalarlo in maniera visibile. La nuova disposizione obbliga invece alla trasparenza, dando anche un valore numerico, quindi misurabile, a quest’elemento di novità. Oltretutto i produttori e gli importatori di pneumatici nuovi sono obbligati ad organizzare su tutto il territorio nazionale un sistema di raccolta, trattamento e recupero di questi materiali. Ed è proprio questo l’elemento più interessante emerso dalla giornata di studio. Ne conseguirà, perciò, una riduzione degli incendi incontrollabili che per anni hanno funestato il territorio. Incendi che in passato hanno causato danni ambientali gravissimi, per l’emissione di fumi nocivi ed inquinamenti nei terreni. Ulteriori vantaggi devono venire dalla creazione di un sistema industriale, obbligato in un qualche modo all’innovazione, che tiene conto di una corretta economia del riciclo, con possibilità di sviluppo economico e la creazione di nuovi posti di lavoro sicuri e stabili. “L’impegno per questa iniziativa dimostra come nel nostro territorio l’attenzione all’ambiente è strategico per la crescita del sistema industriale e lo sviluppo del territorio e rappresenta la volontà di iniziare un percorso che possa mettere in luce, la voglia di cambiamento”, ha commentato infine Antonio Diana.