Tre offerte – una delle quali, da parte di un gruppo internazionale, appare la più strutturata – sono state presentate per rilevare il gruppo Firema, che ha stabilimenti a Tito (Potenza), Caserta, in Umbria e in Lombardia, con 502 dipendenti (nello stabilimento lucano gli operai sono 77). Lo si è appreso oggi durante un incontro che Fiom, Fim, Uilm e i rappresentanti delle quattro fabbriche hanno avuto a Roma con dirigenti del Ministero dello sviluppo economico e il commissario della Firema. Un nuovo incontro – secondo quanto reso noto da Emanuele De Nicola (Fiom Basilicata) – è già stato fissato per il 23 giugno, mentre comincerà l’esame delle tre proposte da parte del comitato di sorveglianza, del commissario e dello stesso ministero: “Siamo cauti nel giudizio – ha detto De Nicola – ma di sicuro per ora è scongiurato il pericolo del fallimento. Ad ogni modo vogliamo capire i contenuti della proposta che appare la migliore dai punti di vista industriale, della solidità finanziaria e dei livelli occupazionali e salariali. Ci sono i tempi gisti – ha concluso – per non rifare gli errori del passato e per risolvere una situazione per certi aspetti paradossale, se si considera che, ad esempio, lo stabilimento di Tito ha commesse e produce”.
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