Il condominio cambia pelle. Dopo oltre 70 anni arrivano le nuove norme per assemblee, amministratori, lavori. Una realtà che interessa oltre 30 milioni di italiani che appunto convivono nei palazzi. La riforma del condominio impatta proprio sulla vita quotidiana se pensiamo alle liti che si consumano normalmente per regolare questa convivenza. Tensioni che molto spesso sfociano anche in veri e propri scontri nelle aule dei tribunale.
Corsi di formazione per gli amministratori professionali, fondi speciali per eseguire i lavori, incassi più facili dai codomini morosi, cani e gatti senza divieti. Maggioranze più basse per fare cambiare la destinazione dei locali comuni. Riscaldamento ‘libero’: chi vorrà staccarsi dall’impianto centrale potrà farlo senza dover attendere l’ok dell’assemblea ma a patto di non creare pregiudizi agli altri e di pagare la manutenzione straordinaria dell’impianto condominiale. Sono alcune delle novità principali che entreranno in vigore a partire dal 18 giugno. Ci sono degli adempimenti immediati. “La riforma deve entrare in vigore ma è bene prepararsi per tempo”, avvertono gli esperti dell’ufficio legale di Confedilizia, la maggiore organizzazione dei proprietari di casa.
Innanzitutto i condomini possono già procurarsi i dati che in questo mese di giugno verranno loro richiesti dall’amministratore per la costituzione del nuovo ‘Registro di anagrafe condominiale’: generalità dei proprietari e di eventuali usufruttuari, comodatari, inquilini; codice fiscale, residenza, domicilio; dati castali dell’unità immobiliare; dati sulle condizioni di sicurezza dell’appartamento. Regole più stringenti per fare l’amministratore. Deve innanzitutto essere una persona che non ha subito condanne. Se l’amministratore è un professionista deve anche essere diplomato e avere seguito un corso di formazione; requisiti questi non richiesti se a fare l’amministratore è uno dei proprietari degli appartamenti. Possono svolgere questa funzione anche le società. Per quanto riguarda i lavori di manutenzione straordinaria (quelli, per intenderci, che mettono sempre a dura prova rapporti e amicizie nei palazzi), deve essere sempre costituito un fondo speciale e “deve essere di un importo pari all’ammontare dei lavori”, ricordano i legali di Confedilizia.
Vita più difficile per i morosi. Gli amministratori dovranno obbligatoriamente emettere decreti ingiuntivi per rientrare dai mancati incassi. Se non lo fanno possono essere revocati dall’autorità giudiziaria su ricorso anche di un solo condomino. Arrivano una serie di registri. Non sarà più sufficiente un taccuino per segnare le decisioni alla buona. Ci saranno il Registro di anagrafe condominiale, quello di nomina e revoca dell’amministratore, quello di contabilità. Occorrerà poi aprire, dove ancora non è stato fatto, un conto corrente bancario o postale.