L’incertezza creata dal voto in Italia torna a pesare sulle borse facendo salire lo spread a quota 340, e anche Fitch si aggiunge al coro delle agenzie di rating che minacciano il loro giudizio se l’incertezza politica dovesse prolungarsi. Gli analisti dell’agenzia americana, che sull’Italia mantiene il giudizio più positivo fra le tre principali (A-) avvertono: “la prospettiva di un lungo periodo di instabilità politica dopo le elezioni italiane aggiunge pressione sul rating sovrano del Paese”.
Le incognite del dopo-voto – si legge in una nota – mettono a rischio le politiche economiche “aggiungendo ulteriore zavorra su un’economia già indebolità” e che non vedrà ripresa prima della seconda metà del 2013. Una posizione vicina a quella espressa a caldo da Moody’s, che aveva parlato dell’incertezza sulla maggioranza di governo come di un fattore “negativo” sul suo rating, minacciando lo spettro di una riduzione “sostanziale”, di fatto al livello ‘spazzatura”, se l’Italia dovesse chiedere aiuto al meccanismo di salvataggio Ue-Bce dopo aver trovato difficoltà a finanziarsi sui mercati del debito.
Più morbida Standard & Poor’s, che a elezioni appena concluse aveva escluso un impatto immediato sul rating sottolineando però che al prossimo esecutivo spettano scelte “essenziali”. E in controtendenza rispetto alla maggioranza dei commenti dal mondo finanziario, oggi Goldman Sachs offre una sponda al Movimento 5 Stelle: in un commento dal titolo ‘Riforme non vuol dire austerity’, l’economista numero uno della banca d’investimento newyorchese, Jim O’Neill, parla del risultato elettorale in Italia come qualcosa di “abbastanza entusiasmante”, il “segnale dell’inizio di qualcosa di nuovo”.
Di certo, i mercati non gradiscono affatto l’incognita politica creata dal voto in Italia: è uno dei fattori che sta pesando sulle borse europee, oggi influenzate negativamente dalle statistiche economiche preoccupanti quali il record di disoccupazione nell’Eurozona e l’andamento deludente dell’industria manifatturiera in Cina (ma non negli Usa). Milano é nuovamente la peggiore d’Europa, con un -1,54%, seguita da Parigi (-0,62%) e Madrid (-0,54%), e l’ipotesi di una esclusione del Pdl dal possibile esecutivo che potrebbe scaturire da un’alleanza Pd-M5S affonda Mediaset (-8%).
Lo spread dei Btp, dopo aver rallentato ieri, torna a salire chiudendo appena sotto i 340 punti base, con un rendimento del decennale italiano tornato a correre fino a oltre il 4,80% oggi. Intanto, in vista del consiglio Bce della prossima settimana, l’incertezza sulla ripresa nell’Eurozona riaccende le ipotesi su nuove misure straordinarie, o su un taglio dei tassi, da parte dell’Eurotower: l’euro è così scivolato oggi ai minimi del 2013 sul dollaro sotto gli 1,30. Giù anche la sterlina, scesa sotto 1,50 dollari per la prima volta dal 2010 a causa dei dati negativi per l’economia inglese.