I prodotti finiti e semilavorati dell’Ilva sequestrati dalla magistratura tarantina il 26 novembre scorso perche’ realizzati al di fuori dalla legge non resteranno sulle banchine portuali, a rischio di deteriorarsi. Il gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha accolto l’istanza della Procura di Taranto ed ha disposto che quella merce (un milione e 700 mila tonnellate circa, valore accertato dai custodi giudiziari poco meno di 800 milioni di euro) venga venduta ”con le modalita’ e secondo le procedure di legge idonee ad assicurare il conseguimento del controvalore dei beni stessi”.
Su quei beni, precisa anche il gip, ”permane il vincolo cautelare”, cioe’ il sequestro, cosi’ come sulle somme che saranno ricavate dalla vendita, che presumibilmente andranno a finire in un fondo che potrebbe essere successivamente utilizzato dalla parte lesa nell’inchiesta – ovvero il ministero dell’Ambiente – per il risanamento dell’area Siderurgica. Cosi’ facendo, spiega il giudice, si evita di pregiudicare sia ”le ragioni restitutorie” dell’azienda, sia ”gli interessi erariali” nel caso in cui venissero respinte oppure, al contrario, accolte le questioni di legittimita’ costituzionale della legge 231 ‘salva-Ilva’ sollevate dal gip e dal tribunale di Taranto. Decisione, quella del gip, che manda definitivamente in soffitta l’istanza avanzata dall’Ilva, e gia’ bocciata alla fine di gennaio dallo stesso giudice, con la quale l’azienda chiedeva di vendere la merce sequestrata finalizzando il ricavato economico al pagamento degli stipendi ai dipendenti, al risanamento ambientale degli impianti e a quant’altro potesse servire alla sopravvivenza dello stesso stabilimento. Il gip ha anche dichiarato la ”inammissibilita”’ dell’istanza presentata ”con modalita’ del tutto irrituali” il 29 gennaio scorso da un legale dell’Ilva, con la quale si chiedeva di rimuovere i sigilli ad una parte della merce sequestrata sulle banchine perche’, si sosteneva, realizzata prima del sequestro del 26 novembre 2012. A Taranto oggi non e’ stato solo giorno di decisioni giudiziarie importanti. In prefettura il Garante nominato dal governo per l’attuazione delle prescrizioni dell’Aia per il Siderurgico di Taranto, Vitaliano Esposito, ha avviato un primo giro di consultazioni con i rappresentanti degli enti locali e i sindacati. Esposito ha tra l’altro concordato con gli enti locali la creazione di portali Internet per rendere conto quotidianamente dell’esecuzione dei lavori che dovrebbero rendere lo stabilimento compatibile sul piano ambientale.