Si riapre il nodo degli esodati nella legge di Stabilità. La Ragioneria avrebbe evidenziato una estensione della platea nell’emendamento dei relatori che renderebbe carente la copertura. Il confronto è aperto con la volonta di trovare una soluzione.

Tra le ipotesi una maggiore stretta sull’indice di rivalutazione di pensioni ricche. I relatori hanno ieri depositato l’emendamento che include nella platea dei lavoratori da salvaguardare come ‘esodati’ anche “i lavoratori licenziati, entro il 31 dicembre 2011, anche in conseguenza di fallimento o di altra procedura concorsuale nonché di cessazione dell’attività dell’impresa, purché privi di occupazione, che maturino il diritto a pensione sulla base delle previgenti regole entro i successivi 24 mesi”. Le risorse individuate, invece, poggiano su un meccanismo di “autocopertura” – cioé di utilizzo delle risorse già stanziate – considerando di scontare dal computo degli esodati i periodi di “non lavoro” coperti finanziarimente grazie agli scivoli economici presi dal lavoratori come buonuscita dall’impiego.

A settembre – come una sorta di clausola di salvaguardia – è prevista nell’emendmento la possibilità, se le risorse non saranno sufficienti, di rivedere in maniera restrittiva “l’indice di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici di importo più elevato”. Stamattina la ragioneria avrebbe evidenziato che la copertura, vista l’estensione della platea, non è più sufficiente. Sul tavolo del confronto ci sarebbe quindi un sub-emendamento del governo che proporrebbe l’utilizzo della stretta sulle pensioni più alte non più come clausola di salvaguardia ma come copertura tout court da subito. Su questo tema il confronto sarebbe però ancora aperto anche se l’obiettivo è quello di arrivare concretamente ad una soluzione il prima possibile.

Il calo delle tasse, grazie agli incassi della lotta all’evasione, scatterà nel 2103, con un anno di anticipo. Lo prevede un emendamento dei relatori. Con il Def del 2013 si individuerà il gettito della lotta all’evasione del 2012 che finanziarà il “fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale” di famiglie e imprese. La flessione dello “spread” potrà anche trasformarsi in meno fisco per gli italiani. Anche i risparmi della spesa per interessi che lo Stato paga su Bot, Btp e Cct – è scritto in un emendamento dei relatori – serviranno a finanziare il nuovo fondo per la riduzione delle tasse che scatterà nel 2013. Nasce il “fondo Giavazzi”: il riordino dei fondi per gli aiuti delle imprese, sulle quali ha lavorato l’economista su incarico del governo, finanzierà un ‘Bonus’ per la ricerca e lo sviluppo delle piccole e medie imprese e darà risorse per la riduzione del cuneo fiscale. Lo prevede un emendamento dei relatori alla legge di Stabilità.

 

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