Al giro di boa della stagione estiva le vacanze 2013 degli italiani si confermano all’insegna del ”spendo poco e non vado oltre agosto”. Diversa la lettura di Assoturismo-Confesercenti rispetto a quella di Federalberghi-Confcommercio. A piangere per i fatturati in calo non sono solo alberghi, ristoranti e stabilimenti balneari (con flessione che vanno dall’8 al 10%), ma anche le agenzie di viaggio che vedono crolli del giro di affari fino a -30%.

Per l’organizzazione della Confesercenti a pesare sono più fattori: il perdurare della crisi, la minore disponibilità di spesa degli italiani, una situazione climatica solo da poco stabilizzata, e ovviamente le incertezze del futuro. Tutto ciò determina un rallentamento delle prenotazioni con una corsa verso la vacanza last minute; tagli drastici ai budget destinati ai viaggi con cali medi del 25%, a cui si aggiunge la ‘fuga’ dei turisti stranieri che al Bel Paese preferiscono le più abbordabili Grecia o Turchia.( La crisi insomma cambia del tutto le modalità, le tipologia della vacanza e le relative scelte delle destinazioni, spiega Assoturismo. Riguardo ai flussi dei vacanzieri italiani, la Confesercenti registra finora una flessione dal 7 al 12%. Fino a -15% e’ invece il calo delle presenze negli alberghi. Una parte di turisti stranieri, in particolare inglesi e tedeschi, quest’anno invece dell’Italia hanno deciso di puntare verso la Turchia e Grecia. Resistono invece i flussi dei turisti russi sul nostro territorio. Per quanto riguarda i viaggi l’aspetto più preoccupante è rappresentato dal budget di spesa che si è ridotto mediamente del 25%. Se negli anni scorsi – sottolinea Assoturismo – la media si attestava intorno agli 800 euro per pacchetto di viaggio, ora si è scesi a 600 euro. La conseguenza è un impegno certosino da parte degli operatori per soddisfare il cliente, adattando la minor disponibilità economica alla offerta turistica e al livello dei servizi e delle strutture. Sempre in termini di presenze turistiche, a essere penalizzato è soprattutto il Sud, indica l’associazione di categoria della Confesercenti, ”anche per le difficoltà a raggiungere le località e per una insufficiente promozione a livello internazionale”.

 

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