POMIGLIANO – Tornano a Pomigliano i delegati della Fiom ed è di nuovo guerra con la Fiat. A un giorno dall’ingresso in fabbrica di diciannove suoi iscritti, la Fiom annuncia la nomina di otto rsa. Immediata la replica dell’azienda: solo se firmano il contratto. Nel braccio di ferro tra la Fiat e il sindacato guidato da Maurizio Landini nessuno fa un passo indietro.
La questione è l’interpretazione dell’articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori, che ha già portato più volte, in questi mesi, azienda e Fiom a fronteggiarsi nelle aule dei tribunali: diversi i pareri dei giudici, tre dei quali hanno chiesto che a pronunciarsi sulla questione sia la Corte Costituzionale. Il tema è delicato perché riguarda la rappresentanza sindacale ed è centrale nello scontro che va avanti da due anni e mezzo. La Fiat sostiene che può avere delegati solo chi firma i contratti in azienda, la Fiom ritiene che sia un diritto di tutte le organizzazioni e si rifà alla sentenza del 15 settembre 2011 del giudice Vincenzo Ciocchetti del Tribunale di Torino. La comunicazione della nomina delle otto rsa arriva tramite lettera recapitata a Fabbrica Italia Pomigliano: è lo stesso numero dei rappresentanti già nominati da ciascuna delle altre organizzazioni sindacali, Fim, Uilm, Fismic e Ugl. Cinque delegati indicati dalla Fiom erano già stati Rsu nello stabilimento campano. L’azienda prende atto della “particolare rapidità dell’iniziativa” e ribatte che, “ai sensi dell’articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori, la facoltà di nominare le Rsa spetta solo ai sindacati che abbiano firmato il contratto collettivo in azienda, cosa che come è noto la Fiom non ha fatto”. Sulla vicenda interviene anche la Fim : “la discriminazione non è sanata, ma si trasferisce solo da un soggetto ad un altro, inducendo chi è fuori a ricorrere a sua volta alla magistratura”: dice il segretario generale della Fim di Napoli, Giuseppe Terracciano. “Su Pomigliano – afferma Giorgio Airaudo, segretario nazionale della Fiom – la Fiat continua a sbagliare. noi riteniamo di avere diritto alla rappresentanza, come peraltro ha già stabilito il tribunale di Torino. Se ci costringeranno lo affermeremo di nuovo in un tribunale. Questo comportamento continua a dimostrare la volontà discriminatoria nei confronti dei lavoratori iscritti alla Cgil e del loro diritto ad avere una rappresentanza sindacale”.