Maggiore presenza di donne a capo delle aziende agricole in Campania, rispetto a quella maschile: dal 2000 al 2010, la percentuale di donne capoazienda è passata dal 35,4% al 39,2%. E’ uno dei dati messi in luce dal Sesto censimento generale dell’Agricoltura effettuato dall’Istat e relativi alla Campania.

Dal report diffuso in occasione della presentazione dei dati, avvenuta oggi a Napoli, emerge che mentre la percentuale di uomini capoazienda si è ridotta del 44,7%, per le donne questa diminuzione è inferiore. Meno aziende agricole, ma più superficie media coltivata; allevamento bufalino in crescita, aumento delle superfici in affitto: sono gli altri aspetti messi in luce dal rilevamento. In regione, rispetto al precedente censimento agricolo effettuato nel 2000, sono 136.867 le aziende agricole e zootecniche di cui 9.336 con allevamento di bestiame destinato alla vendita. Dai dati emerge che è Salerno la provincia campana con la percentuale più alta, pari al 33,9% di superficie agricola utilizzata (Sau) seguita da Avellino (22,9%) Benevento (19,6%) Caserta (19,5%), ultima Napoli con 4,2% di superfice agricola utilizzata. Sul fronte del numero delle aziende, resta in testa sempre Salerno che fa registrare il più alto valore di imprese presenti con il 35,6%. Seguono Avellino (18,9%); Benevento (17,8%); Caserta (17,3%); Napoli (10,5%). Sul fronte dell’allevamento, in Campania, cresce il settore bufalino sia in termini di aziende (+8,3%) – passando dalle 1298 aziende del 2000 alle 1.406 del 2010 – sia in termini di capi (130.732 nel 2000, 260.721 del 2010). “I dati consentono di documentare le trasformazioni che intervengono in agricoltura, di documentarle e utilizzarle – ha sottolineato Andrea Mancini, direttore centrale dei censimenti generali dell’Istat – In Campania, abbiamo potuto registrare un aumento medio delle superfici agricole utilizzate e la crescita degli allevamenti, soprattutto quello bufalino”.

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