“Irrilevante la Cgil della Campania? Se c’è irrilevanza è del sindacato nel suo complesso, abbiamo problemi molto seri, se andiamo avanti così rischiamo la marginalità”. Franco Tavella, che ieri sera si è dimesso dall’incarico di segretario generale regionale della Campania della Cgil, parlando con l’Ansa, respinge le accuse che hanno portato alla cancellazione degli organi direttivi della struttura e rilancia sulle difficoltà economiche che sarebbero alla base del provvedimento. A chi – come la direzione nazionale – lo accusa di irrilevanza delle politiche sindacali, Tavella evidenzia che “si tratta di una affermazione generica e di principio. Ho firmato accordi, si giudichi il merito. Se c’è un’irrilevanza riguarda il complesso dell’organizzazione sindacale, a partire dal piano nazionale e che si riflette sui territori. Non c’è irrilevanza in qualche punto geografico: se fosse così la Cgil sarebbe in salute. Il mio giudizio è che invece non abbiamo una Cgil in salute, ci sono problemi molto seri, sul fronte dell’innovazione delle politiche e dell’organizzazione”. Ed è duro il suo giudizio sulle scelte strategiche complessive: “Non si dialoga con il Governo – dice – e non si firma alcun accordo. E allo stesso tempo non si riesce a organizzare un movimento di massa. In questo modo la Cgil è destinata alla irrilevanza”. Sono rimproveri che rilancia alla Camusso? “Non rimprovero nessuno. Pongo un problema al sindacato, al mio sindacato, sul problema di una linea strategica che bisogna concordare. Serve coraggio per cambiare. E posso sostenere queste tesi libero da vincoli di direzione e da patti di maggioranza. E poi vorrei aggiungere: abbiamo fatto in Campania un congresso chiuso proprio dalla Camusso. Non mi pare che ci siano state sottolineature su questi temi”. I problemi nella gestione della struttura e dell’organizzazione rappresentano, a suo dire, “una illazione priva di ogni fondamento”. E le forti difficoltà economiche? “Rispetto a un mondo del lavoro che soffre sarebbe da folli pensare di avere un sindacato ricco e in salute. Noi viviamo di contributi dei lavoratori e se c’è una difficoltà essa evidentemente si riversa sul sindacato. Ma i problemi economici nascono anche dal fatto che c’è l’impossibilità di mettere in campo scelte strutturali per snellire il sindacato”. Ed ora? “Il mio destino personale non conta. Amareggiato? No, sono preoccupato perchè il sindacato rischia di essere relegato alla marginalità. Mentre alla Cgil servirebbe un nuovo inizio”.

 

 

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