I presidenti di Confindustria delle cinque province della regione Campania hanno diramato un documento per spiegare la mancata partecipazione alle mobilitazioni contro la terra dei fuochi e il biocidio. I rappresentanti degli industriali rendono note le richieste fatte alle autorità e spiegano che la piazza è del popolo e non la loro.
ECCO IL DOCUMENTO:
Siamo vicini ai Cittadini che fanno sentire la propria voce in modo forte e pacifico ma Confindustria, per propria convinzione e stile, esplicita sempre le proprie idee e proposte nelle sedi opportune, cioè istituzionali (non crediamo alle Istituzioni “di lotta e di governo”, i ruoli istituzionali comportano responsabilità oggettive da cui non ci si può neanche temporaneamente allontanare).
La Piazza non è il luogo di Confindustria, la piazza è il luogo dei cittadini, e come cittadini siamo vicini a chi protesta e chiede, ma con un distinguo fondamentale verso la estrema eterogeneità della protesta e delle richieste.
Troppi No: no alle discariche, no ai Termovalorizzatori, no totale agli impianti, con generalizzazioni di stampo ideologico che non riteniamo di potere condividere. La poca conoscenza dei temi e la carenza di informazione lascia spazio alla demagogia.
Confindustria ritiene che la soluzione al problema dei rifiuti sia un ciclo completo ed equilibrato, fondato sulle “4R” della gerarchia europea dei rifiuti: Riduzione, Riutilizzazione, Riciclo della Materia, Recupero come Energia.
Confindustria a livello nazionale ha messo a punto e trasmesso al Governo le proprie riflessioni sul tema “Verso un uso più efficiente delle risorse per il sistema Italia” con lo scopo di avviare il dibattito sugli evidenti benefici sociali, ambientali ed economici per il sistema Paese derivanti dall’utilizzo efficiente delle risorse.
La valorizzazione dei materiali che sono ancora suscettibili di ulteriore impiego e una corretta gestione dei rifiuti urbani e industriali (nel rispetto della gerarchia dettata a livello comunitario) consentono, come avviene da anni in molti Stati membri UE, di ridurre al minimo il ricorso alle discariche, di risparmiare risorse naturali, di aumentare la competitività di molti settori industriali e, non ultimo, di ridurre le emissioni di gas a effetto serra. L’Italia risulta avere tra i più bassi tassi di recupero di materia e di energia delle frazioni combustibili. Se si considerano i soli rifiuti urbani, in Italia la discarica rimane ancora la soluzione più sfruttata (circa il 50% dei rifiuti trattati).
Pertanto in Italia esistono notevoli margini di miglioramento dei livelli di recupero di materia e recupero di energia dei flussi di rifiuti. Infine, per quel che riguarda gli scambi con l’estero si è assistito negli ultimi anni a un aumento delle esportazioni. Un utilizzo efficiente delle risorse potrebbe invertire questo trend.
In Italia annualmente si producono oltre 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e il problema della loro gestione, già oggi particolarmente grave in alcune aree, è destinato a peggiorare per la necessità di dismettere parte delle discariche dove attualmente vengono destinate 17 Mt, ormai esaurite.
L’imperativo, perciò, è quello di ridurre drasticamente i quantitativi di rifiuti avviati in discarica, incrementando parallelamente il recupero di materia ed energia al pari di quanto avviene nei Paesi europei più virtuosi.
Sul Piano Regionale dei Rifiuti abbiamo a suo tempo esplicitato le nostre osservazioni (solo come esempio: abbiamo ribadito la necessità che la Città di Napoli sia dotata , al pari di tutte le grandi Città italiane ed europee, di un Termovalorizzatore, sia pure di dimensioni inferiori a quanto previsto dal piano, per coerenza con quelli che sono i valori da raggiungere nella Raccolta Differenziata; sulle “eco-balle” abbiamo suggerito l’opportunità di valutare soluzioni alternative all’incenerimento con termovalorizzazione per privilegiare il recupero di materia e/o la produzione di Combustibile Derivato da Rifiuti di Qualità, tale da poter essere venduto/ impiegato in una vasta gamma di attività).
Abbiamo chiesto alle Autorità di:
- pubblicare subito i dati in loro possesso, ancorché non aggiornatissimi; non ci sembra infatti che si siano aggiunti negli ultimi anni elementi di novità tali da giustificare l’allarme esasperato che tanta paura sta instillando nei cittadini e tanti danni sta causando al nostro tessuto produttivo ( Agroalimentare in primis, ma anche gli altri settori risentono in modo indiretto di una campagna di stampa negativa e per larga parte ingiustificata perché fondata su elementi vecchi di anni);
- analizzare il fenomeno: abbiamo infatti abbandoni incontrollati di rifiuti, roghi tossici, smaltimenti abusivi di rifiuti speciali (pericolosi e non), che non sono la stessa cosa e non presentano gli stessi rischi;
- segmentare le cause: inciviltà; microcriminalità; criminalità organizzata;
- effettuare una Analisi di Rischio immediata, delimitando subito le aree da interdire alle coltivazioni;
- procedere con un Piano Bonifiche adeguato a dare risposte ai cittadini;
- procedere ad azioni incisive di controllo del Territorio. riteniamo che la massa critica al momento non possa essere assicurata dalle Forze dell’Ordine ed un supporto dell’Esercito, alla stregua del “Modello Caserta” sia quanto mai opportuno. Tutti (?) sanno che il rogo di un cassonetto provoca più diossina di quanto ne emetta un inceneritore in 10 anni di attività…).
In definitiva, Confindustria è per i SI:
- sì alla Salute, Sicurezza e Ambiente come priorità assoluta (è quello che facciamo nelle nostre aziende);
- sì alle analisi di rischio;
- sì alle bonifiche (controllate per evitare ogni forma di infiltrazione);
- sì ad un ciclo dei rifiuti urbani e speciali completo ed equilibrato;
SI infine all’accertamento delle responsabilità ed alla punizione di chi ha consegnato rifiuti per farli smaltire in modo illegale. Sono delinquenti, per favore non chiamateli industriali.
Sabino Basso
(Presidente Confindustria Campania e Presidente Confindustria Avellino)
Paolo Graziano
(Vice Presidente Confindustria Campania e Presidente Unione Industriali Napoli)
Mauro Maccauro
(Vice Presidente Confindustria Campania e Presidente Confindustria Salerno)
Biagio Mataluni
(Vice Presidente Confindustria Campania e Presidente Confindustria Benevento)
Luciano Morelli
(Vice Presidente Confindustria Campania con delega all’Ambiente e Presidente Confindustria Caserta)