“A chi è guidato dal principio di realtà si presenta uno scenario preoccupante e denso di stimoli: l’immagine di un Paese sfiduciato, ma ancora ricco di risorse, che sa di non potersi fermare, ma indugia ancora sulla direzione da prendere”, dice il leader degli industriali, Giorgio Squinzi, che al convegno dei giovani imprenditori sottolinea i “tre record non invidiabili” del Paese: “La maggiore pressione fiscale sui redditi da lavoro, il più alto tasso di evasione fiscale e il debito pubblico proporzionalmente più elevato di tutta l’Unione europea”. E, aggiunge, “siamo al sesto anno di una crisi di cui non si conoscono ancora gli esiti”. “Usciamo una volta per tutte dalla sterile difesa di diritti formali che oggi sono di pochi, di quelli che non vogliono capire che il mondo è cambiato, piaccia o meno”. “Il Paese ha davanti una serie di sfide, non la difesa di una realtà passata, di cui non abbiamo alcuna nostalgia”, Squinzi ha sostenuto l’obiettivo di “un nuovo sentire culturale e una nuova coscienza”. Per questo “non bisogna temere, anzi bisogna attendersi qualche dispiacere e dissenso. Soprattutto resistenze dovute alle grandi inerzie che ci sono in Italia”.

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