Nel secondo trimestre del 2012 la domanda di rapporti di lavoro dipendente è diminuita dell’8,9%, rispetto al secondo trimestre 2011. Per gran parte delle regioni si evidenzia una contrazione attorno al 10%, con una punta massima in Lombardia pari a –14%.
Particolarmente penalizzate risultano le assunzioni di maschi, giovani, con contratti di apprendistato e di somministrazione. Fa eccezione solo la Campania, dove il trend delle assunzioni risulta positivo, ed è pari a +3%. Sono i dati diffusi dalla SeCO, il Gruppo multiregionale di analisi sul mercato del lavoro, composto dalle Regioni Emilia, Friuli, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sardegna, Campania, Umbria, Veneto, e dalle Province Autonome di Trento e Bolzano, che ha presentato il rapporto sulle dinamiche trimestrali sui mercati regionali del lavoro. Il gruppo multiregionale di analisi del mercato del lavoro raccoglie ed elabora i dati di 10 regioni e due province autonome sulle assunzioni, cessazioni e trasformazioni di rapporti di lavoro con la copertura del 66% degli occupati dipendenti in Italia e del 78% di quelli dell’industria manifatturiera.
La Campania è l’unica regione del Sud presente, il Nord è interamente rappresentato con l’eccezione della Val d’Aosta, nel Centro sono presenti Umbria e Marche. Nel II trimestre 2012 la crisi morde ancora e, nelle grandi regioni in misura particolarmente accentuata. La contrazione complessiva delle posizioni lavorative è di 123.000 unità rispetto al II trimestre del 2011. Le grandi regioni del Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto) perdono da sole 86.000 unità, con effetti devastanti per il settore industriale che si riduce di circa 61.000 unità. La situazione della Campania vede gli effetti della crisi decisamente più contenuti e collegati ai settori più tradizionali. La variazione tendenziale annuale (luglio 2012 – luglio 2011) è ancora negativa (-10.000) ma destinata probabilmente a registrare un’inversione nei prossimi mesi, considerato che gli ultimi due trimestri i saldi tra ingressi e uscite dall’occupazione registrano un andamento molto positivo (+52.025 nel primo trimestre e + 10.132 nel secondo) e che ad esempio sul risultato dell’ultimo trimestre pesano i dati di un settore specifico come quello dell’istruzione che perde i lavoratori a tempo determinato in corrispondenza con la chiusura delle scuole (-26.000 posizioni), mentre tutti gli altri settori registrano saldi positivi.
L’industria manifatturiera guadagna da gennaio 2012 poco meno di 7.000 unità, l’edilizia 2.000 e la crescita più consistente riguarda il settore terziario privato, in particolare quello legato al turismo, con un incremento di circa 25.000 posizioni. Con la crisi, i caratteri dell’occupazione dipendente sembrerebbero polarizzarsi, le posizioni stabili accentuano il loro carattere di stabilità, quelle flessibili la loro fragilità. Le variazioni sono ad esempio positive per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+20.000 nei primi due trimestri del 2012) e per il contratto di apprendistato (+4.000) mentre sono particolarmente negative per il contratto in somministrazione e per i contratti di collaborazione che nel secondo trimestre 2012 perdono circa 3.000 unità. Il lavoro a tempo determinato pur risentendo degli effetti negativi del settore istruzione, vede comunque crescere le posizioni di lavoro di 35.000 unità nel primo trimestre 2012 e di 3.000 nel secondo trimestre.
Si affaccia anche in Campania con crescente attenzione da parte delle imprese il contratto cosiddetto intermittente o a chiamata che da gennaio 2012 registra circa 7.000 posizioni di lavoro in più. Si tratta di un contratto che interessa particolarmente e in misura crescente il settore terziario, soprattutto e il comparto turistico alberghiero che come si è visto ha mostrato una dinamica molto positiva. Le dinamiche degli ultimi due trimestri non sembrano penalizzanti per i giovani, sebbene questa fascia di lavoratori sia particolarmente esposta a posizioni di lavoro flessibili e agli effetti della crisi.
Nei primi due trimestri il saldo positivo tra posizioni lavorative cessate e create per i giovani è pari a + 30.000. Letto congiuntamente alla positiva performance del contratto di apprendistato questo dato induce a un cauto ottimismo anche sulle possibilità di miglioramento delle posizioni dei giovani che lavorano sul mercato del lavoro regionale. Infine, il buon andamento del settore terziario privato, unito a quello dell’agricoltura che nel il 2012 ha accumulato circa 30.000 nuove posizioni di lavoro dipendente, può aprire maggiori prospettive di lavoro alla popolazione femminile, che infatti nel primo trimestre del 2012 segna un incremento di oltre 24.000 unità. Vi è tuttavia l’effetto negativo del settore istruzione che fa perdere questo risultato con una riduzione nel secondo trimestre di circa 6.000 unità.
“E’ la conferma – sottolinea l’assessore al Lavoro Severino Nappi – che la strada imboccata dalla Giunta Caldoro in Campania, con la condivisione delle scelte con il sistema produttivo e le parti sociali, rappresenta la strada giusta. “E’ – aggiunge Nappi – un sistema che va ulteriormente rafforzato, è che ha già prodotto alcuni risultati significativi come la legge sull’apprendistato e il Piano per il lavoro. “Con il presidente Caldoro abbiamo costituito con le parti sociali il Contratto Campania e la Cabina di regia per la gestione delle crisi e dei processi di sviluppo. Dobbiamo ulteriormente affinare questa straordinaria intuizione politica, con il coinvolgimento del Consiglio Regionale. Penso ad una presenza nella Cabina di regia, magari per aree territoriali e per materia, anche al fine di dotare la stessa di mezzi finanziari e gestionali necessari a tradurre in risultati efficaci le proposte che vengono fuori dal costante confronto che teniamo aperto”, conclude Nappi.