NAPOLI – Incontro di quasi due ore, oggi a Napoli, tra i sindacati e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Voci, quella della Cgil, Cisil e Ugl che hanno rappresentato una Campania che “non vuole l’elemosina” ma chiede risposte e risorse, “quelle sì sulla crescita”.

“Abbiamo rappresentato al ministro una situazione molto complicata, drammatica, sul piano dell’occupazione, lavoro e sviluppo – ha riferito al termine dell’incontro, Franco Tavella segretario generale Cgil Campania – Per la Cgil abbiamo ribadito che bisogna passare dalla linea di risanamento dei conti anche ad un minimo di spesa perché ci servono fondi, risorse perché senza quelle non si risolvono i problemi della Campania”. Anna Rea, segretario generale Uil Campania, ha chiamato in causa lo sblocco dei soldi per gli ammortizzatori in deroga “una cosa utile ma che ci copre soltanto il 2012, abbiamo il problema di come garantire la copertura, a partire dal 2013, per gli stessi numeri, numeri che per la crisi aziendale presupponiamo che possano essere ancora di più”. “Abbiamo sottolineato che le risorse del piano di coesione non siano risorse sostitutive del fondo per l’occupazione ma che possano essere utilizzate sia per garantire la cassa integrazione ma soprattutto la formazione finalizzata al posto di lavoro”, ha aggiunto. “Abbiamo registrato l’impegno del ministro, ma ci interessa anche se non soprattutto quello del presidente Monti”, ha detto la Rea. Per la Cisl e il segretario Lina Lucci, questa proposta: “Le risorse che arriveranno, circa 3 miliardi, del piano di azione e coesione siano concentrate su soluzioni che facciano trovare occupazione allo zoccolo duro di circa un milione di giovani”. Infine l’Ugl. Per Vincenzo Femiano “la crisi occupazionale sta andando oltre ogni più nera aspettativa”. “Abbiamo 670 vertenze aperte a livello industriale, alle quali vanno aggiunte quelle relative alle partecipate e alla sanità privata – ha spiegato – Al ministro abbiamo chiesto di poter mettere in campo le risorse per consentirci di proseguire il dialogo sociale.

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