POMIGLIANO D’ARCO – Ancora cassa integrazione per gli oltre 2000 lavoratori di Fabbrica Italia Pomigliano, che si fermeranno dal 26 novembre al 9 dicembre prossimo. Lo si apprende da fonti sindacali. Le tute blu dello stabilimento della nuova Panda, lunedì 29 ottobre cominceranno altre due settimane di cig, con rientro il 12 novembre. Altre settimane di stop, sempre due consecutive, per i lavoratori dello stabilimento della Nuova Panda di Pomigliano d’Arco si erano registrate a fine agosto, e fine settembre.
“La comunicazione di Fiat di nuova cig per la newco di Pomigliano, conferma solo che è possibile far rientrare tutti al lavoro e ragionare sugli ammortizzatori sociali”: è quanto ha affermato il segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini, a margine del direttivo regionale campano, svoltosi a Napoli. “Il problema, naturalmente – ha proseguito – non è la Panda, in quanto non c’é uno stabilimento Fiat in Italia dove non ci sia cassa integrazione. Questo perché non ci sono investimenti né nuovi modelli, anche se la crisi sta penalizzando tutte le case automobilistiche, e non solo il Lingotto. Ma il rischio, se la Fiat non fa nuovi investimenti, è che il Lingotto non resti più in Italia, ed è su questo che bisognerebbe ragionare”. Landini è tornato anche sulla recente sentenza che costringe la Fiat ad assumere gli iscritti alla Fiom: “Mi auguro che Marchionne adesso si faccia consigliare da qualcuno che non sia quello che gli ha consigliato di cancellare la Fiom ed i diritti dei lavoratori in Italia, perché non ci riescono. Prevalga il buon senso e la Fiat comprenda che lo scontro non porterà da nessuna parte”.
“Non mi pongo il problema che Fiat non rispetti l’ordinanza della Corte di Appello di Roma – ha proseguito – perché questo significherebbe entrare in conflitto con la magistratura, con le istituzioni, con la costituzione e la democrazia. Applicare quell’ordinanza per Fiat non è necessario solo perché lo dice il tribunale, ma perché lo scontro non porta da nessuna parte e prima lo capiscono meglio è per tutti. Mi auguro che prevalga il buon senso perché abbiamo bisogno di mantenere la produzione in Italia e di fare investimenti affinché questo avvenga. Il problema – ha concluso – non è solo quello di far entrare gli iscritti Fiom, ma tutti i lavoratori di Pomigliano, utilizzando Cig oppure i contratti di solidarietà come sta avvenendo all’Iveco di Brescia”.