POMIGLIANO D’ARCO – Si è svolta oggi l’udienza al Tribunale di Roma per la causa intentata dalla Fiom contro la Fiat per “reiterata discriminazione nei confronti dei 19 iscritti al sindacato”, assunti in Fabbrica Italia Pomigliano lo scorso novembre, e poi tornati tra i cassaintegrati in attesa di rotazione dopo il trasferimento di ramo d’azienda della newco in Fiat Group automobiles.
Tra i lavoratori giunti a Roma come testi o solo per assistere all’udienza, c’erano alcune delle 19 tute blu del sindacato di Landini, insieme a Franco Percuoco, responsabile del settore auto per la Fiom di Napoli, i quali hanno sottolineato la propria “tristezza nel vedere due sindacati confederali, Fim e Uilm, costituirsi nella causa contro i lavoratori”. Per Maurizio Rea, uno dei 19, questo episodio “rappresenta un pericoloso precedente”. “Ho la morte nel cuore – ha spiegato – ed è preoccupante per l’intera classe lavoratrice italiana”. Ciro D’Alessio, che insieme ad altri tre dei 19 è stato richiamato in fabbrica come test driver per la rotazione riservata ad una sola area di lavoro dello stabilimento, “gli iscritti a Fim e Uilm dovrebbero sentirsi offesi per il comportamento dei loro sindacati contro gli altri lavoratori”. “La cosa più triste – ha aggiunto – è stato vedere una rsa chiamato come teste contro di noi. Per un attimo ho pensato alla storia di quei due sindacati, e a come l’hanno tradita e mortificata. Si accaniscono contro i lavoratori, e questo è vergognoso per un sindacato”.