POMIGLIANO D’ARCO – Il corteo organizzato dalla Fiom Campania a Pomigliano d’Arco in occasione dello sciopero generale indetto dalla Cgil per il 14 novembre partirà alle 9.30 dal piazzale di fronte allo stabilimento dell’Alenia, per arrivare a piazza Primavera, dove è allestito il palco.
La parola sarà affidata ai lavoratori di aziende in crisi, a partire dalla Fiat. Sono previsti, inoltre, gli interventi di Stefano Rodotà e del segretario generale della Cgil Campania, Franco Tavella. Le conclusioni, previste intorno alle 13, saranno affidate al segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. Alla manifestazione hanno garantito la loro partecipazione al corteo Luigi De Magistris, Antonio Di Pietro, Stefano Fassina, Paolo Ferrero, Manuela Palermi e Niki Vendola.
Ecco il volantino della Fiom Campania: “In Europa ed in Italia le politiche sin qui perseguite dalla Commissione Europea e dai governi stanno aggravando la crisi e distruggendo il lavoro e lo stato sociale. La CGIL ha proclamato lo sciopero generale per il 14 novembre, nell’ambito della giornata europea di mobilitazione indetta dalla Confederazione Europea dei Sindacati “per il lavoro e la solidarietà, contro l’austerità”. La FIOM della Campania ha deciso di proclamare 8 ore di sciopero e di tenere la manifestazione a Pomigliano d’Arco, per rispondere alla rappresaglia della Fiat messa in atto contro la sentenza della Corte d’Appello di Roma che ordina l’assunzione in FIP di lavoratori iscritti alla FIOM e, per questo, ingiustamente discriminati. Contro chi vuole dividere i lavoratori, e colpire la loro libertà per riportare il lavoro ad una condizione servile, occorre una forte risposta in difesa della dignità della condizione lavorativa di tutti; per fermare il tentativo (condotto in queste settimane da Federmeccanica, Fim e Uilm) di imporre un nuovo accordo separato sul Contratto Nazionale che estenderebbe a tutti il “modello Pomigliano”, rendendo carta straccia le più elementari conquiste del movimento operaio italiano (riducendo i minimi salariali, aumentando l’orario di lavoro, cancellando la retribuzione nei primi tre giorni di malattia, derogando le leggi, estendendo la precarietà), superando di fatto il Contratto Nazionale e, con esso, il carattere universale dei diritti nel lavoro, così come sanciti dalla nostra Costituzione; per unificare le tante vertenze in atto contro la desertificazione industriale che la crisi sta determinando in Campania e in tutto il Mezzogiorno e per affrontarle, a differenza di quanto stanno facendo Governo e Regione, con serie politiche industriali e adeguati ammortizzatori sociali”.