Almeno per oggi, il Mc Donald’s di piazza Municipio, a Napoli, resterà chiuso. In 33 su 39 gli ormai ex dipendenti hanno già ricevuto la lettera di licenziamento, decisa dalla Napoli Futura, società che gestisce tra Napoli e provincia sei ristoranti per conto della Mc Donald’s Italia. Accanto a loro i sindacati, in maniera unitaria e, riconoscono gli stessi lavoratori, anche la Regione Campania, che, attraverso l’Assessorato al Lavoro, si è detta disposta, fin dall’inizio, a sedersi a un tavolo con azienda e dipendenti per scongiurare la perdita dei livelli occupazionali. Tra loro, in piazza, Alessandra Vitangelo, 36 anni, 11 dei quali trascorsi nel Mc Donald’s di piazza Municipio. E’ stata la prima a essere licenziata, a febbraio, dopo i primi scioperi. ”Una strana coincidenza – sottolinea – tanto più se si considera che faccio parte del sindacato”. Storie di precarietà nelle parole di chi, anche oggi, è sceso in strada per mantenere alta l’attenzione. Come quella di Francesca Costagliola, 34 anni, da 7 nel fast food, oggi mamma di un bambino di 17 mesi.
”Sono senza lavoro e il mio era l’unico stipendio certo su cui contavano – dice – Mio marito è un insegnante precario della scuola, insegna alla Guarino nel quartiere di San Pietro a Patierno e a giugno scadrà il suo contratto. Non sapremo come fare”. Parlano di una ”graduatoria”, di una lista che l’azienda avrebbe fatto per decidere chi licenziare e chi no, ”ma non conosciamo in base a quali criteri”. Per esempio, ”parlano di svecchiamento”, come spiega Roberto Pirozzi, 30 anni, assunto dalle liste speciali perché invalido, ”ma hanno mandato via persone più piccole di me, ragazzi di 25 anni”. Lui di anni ne ha 30 e fa parte di quelli al momento ”in ferie forzate”, ”dal 14 aprile sarò senza lavoro”. Perderà così il suo primo lavoro ”regolare, con il contratto e i contributi”. Il nodo dei ristoranti di Napoli e provincia è stato portato all’attenzione del ministero del Lavoro, come racconta Anna rea, segretario generale della Uil Campania. ”Questa è una vicenda grave, anche se non ha i numeri delle grandi vertenze – conclude – Non escludiamo di coinvolgere anche il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi”.