NAPOLI – La Pizza Napoletana è salva. Qualche anno fa, uno tra i prodotti gastronomici tipici della città corse il rischio di perdere il marchio Stg, specialità tradizionale garantita, perché l’Europa stava valutando l’ipotesi di cancellarlo per quelle specialità che non avevano provveduto a proteggere il loro nome, ma solo la ricetta. Come, appunto la pizza napoletana.

Oggi il Parlamento europeo, riunito in plenaria a Strasburgo, ha invece dato via libera al cosiddetto ‘Pacchetto sicurezza’ che contiene nuove regole per i marchi Dop, Denominazione di origine protetta, Igp, Indicazione geografica protetta e Stg, Specialità tradizionale garantita. Ora la pizza napoletana Stg, oltre al disciplinare di produzione, dovrà avere una denominazione propria. Un nome tutto suo, insomma, che possa distinguerlo dalle altre pizze, quelle senza marchio Stg. In questo modo, in ambito comunitario, non sarà più possibile copiare o contraffare produzioni alimentari a cui è riconosciuto il marchio Stg utilizzandone la stessa denominazione. Ad accendere i riflettori sul “salvataggio” della pizza napoletana come Stg il commissario regionale dei Verdi Campania, Francesco Emilio Borrelli, il quale ha parlato di “vittoria una battaglia che abbiamo iniziato due anni fa quando l’Europa era intenzionata a cancellare il marchio Stg. Con il voto di oggi non solo la pizza napoletana conserva il marchio, ma ottiene anche una maggiore specificità per il nome stesso”. A Napoli, ha ricordato Borrelli, fu organizzata dai pizzaioli una protesta che vide i loro locali listati a lutto contro il rischio che una delle tipicità gastronomiche cittadine perdesse il marchio Stg. “Per la gastronomia napoletana è una giornata storica, resa possibile grazie allo sforzo e alla sollecitazione di tanti, in primo luogo le associazioni dei pizzaioli napoletani – è stato il commento di Andrea Cozzolino, vicecapodelegazione del Pd al Parlamento Europeo – Le modifiche al marchio Stg consentiranno di tutelare l’autenticità della pizza napoletana, il cibo più apprezzato e conosciuto al mondo e per questo anche il più contraffatto per fini commerciali”. Dietro la pizza napoletana, ha ricordato Cozzolino, vi è “tutta una filiera dell’agroalimentare campano che, insieme con la tradizione e la maestria della nostra cucina, rappresenta un grande patrimonio, economico, culturale, occupazionale da tutelare e valorizzare, soprattutto in un momento di crisi”. Diventa fondamentale, adesso, che gli Stati membri recepiscano la decisione del Parlamento europeo emanando i decreti attuativi della direttiva. Ed è questo che chiedono i pizzaioli di Napoli, i quali lanciano l’idea: un concorso pubblico per individuare la parola da accompagnare a “Pizza Napoletana”. “Siamo soddisfatti della decisione che ha preso oggi il Parlamento Europeo – ha concluso Sergio Miccù, presidente dell’Associazione Pizzaioli Napoletani – Possiamo finalmente tirare un sospiro di sollievo”

 

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