NAPOLI – “Ancora una volta l’amministrazione comunale agisce senza operare una consultazione con le associazioni degli imprenditori, ma viaggia attraverso comunicati e annunci stampa che pongono la cittadinanza di fronte a soluzioni applicate con ‘leggerezza’, scevre da valutazioni prodrome circa le ricadute che tali scelte avranno sugli equilibri economici e commerciali dell’intera città”.

Lo ha scritto Pietro Russo, presidente di Confcommercio – Imprese per l’Italia della provincia di Napoli, in una lettera inviata all’assessore alla Mobilità del Comune di Napoli, Anna Donati in merito alla nuova configurazione dell’area della ZTL del Mare. “Questo comportamento autoritario rispetto a scelte strategiche per la mobilità urbana – è scritto nella lettera – comporta pesanti ricadute sull’economia della città: nonostante le brutte figure rispetto al mondo intero legate al fermo del trasporto pubblico per mancanza di carburante e per la carenza di fondi per pagare i premi assicurativi degli autobus, si continua nella politica di blocco della mobilità isolando aree che hanno solo una valenza di propaganda per l’azione della Giunta de Magistris”. “L’Amministrazione – ha continuato Russo – è rapace oltre ogni limite con i tributi e, a parer nostro, inadempiente rispetto ai servizi e alle manutenzioni, e non può anche essere integralisticamente cieca rispetto alla realtà e soprattutto incurante degli sforzi che le imprese terziarie compiono quotidianamente, già tra mille ostacoli, per salvare le proprie aziende dallo tsunami della crisi economica. Vogliamo ancora credere nella possibilità di un dialogo su questi temi prima di porre in essere qualsiasi azione, anche giudiziaria, nei confronti di un’Amministrazione che non ritiene di doversi confrontare con chi rappresenta circa l’ottanta per cento del PIL cittadino, che rimpingua i bilanci comunali con imposte e tasse a fronte dei quali si ricevono solo disservizi, che vive sulla propria pelle il dilagante degrado urbano e l’incontrastato e sempre più florido affare dell’abusivismo commerciale”.

 

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