CARINARO. Nella cornice di Piazza Trieste, si è tenuto, ieri, a partire dalle 10:30, il primo comizio pubblico della lista “Uniti per Cambiare”, guidata dal Dott. Giuseppe Barbato. Mancano 20 giorni alle ore della verità, l’Election day del 25 maggio, e tutti i cittadini di Carinaro sono aperti alla prospettiva del “voltare pagina”, quella che la lista numero 2 tiene a cuore e che si definisce come il pilastro portante della coalizione politica.
Uniti per cambiare è la voce di chi è stanco delle politica fatta di volti già conosciuti, non ne può più di chi non ascolta e si distacca dal volere dei cittadini. Questi concetti sono stati rimarcati nel corso del primo comizio pubblico coordinato e presentato dall’addetto stampa Biagio Russo.
A prendere parola è stata, per prima, l’animatore sociale Daniela De Simone, che ha sottolineato l’importanza dei fattori sociali nella corretta gestione di una realtà amministrativa. Subito dopo di lei, Massimo Petrarca ha incentrato il suo discorso sul concetto secondo cui la lista di Barbato rappresenta un calcio al compromesso, sottolineando, nella parte finale dell’intervento, che non si può neppure supporre il cambiamento se si vota la lista rivale, data l’età media ed i trascorsi politici di un gran numero di componenti. Rachele Barbato ha posto l’attenzione sui giovani e sul dramma della gestione della Pubblica Istruzione, ramo dell’amministrazione comunale che ha già gestito in passato da assessore. Vittorio Buonanno ha parlato di Programmazione e Bilancio, per poi invitare i cittadini di Carinaro a votare responsabilmente ed a ricordarsi cosa è successo all’interno del PD nella fase fase finale della formazione delle liste e come in realtà si sia formato il gruppo capeggiato da Dell’Aprovitola. Maria Attademo ha messo in rilievo i giovani e la loro difficoltà occupazionale mentre Giovanni Coscione ha posto l’accento sull’ambiente e sull’eccellenza che il territorio può rappresentare.
Dopo i componenti della lista, ha preso parola il candidato a sindaco Giuseppe Barbato. “I have a dream – ha detto il 49enne – . Lo diceva Mathin Luther King e lo dico io quest’oggi dall’altro di questo palco. Sogno di poter dare inizio ad una fase politica che punti davvero a fare il bene di questo paese. Sono nato a Carinaro, i miei figli vivono a Carinaro, voglio che ci restino come voglio che ci restino i vostri. Per farlo c’è bisogno di andare oltre le promesse di chi si sta presentando in questi giorni a casa vostra buttandovi il fumo negli occhi. Questa gente scomparirà appena avrà raggiunto il suo obiettivo, questa gente se ne andrà dopo il 25 maggio. Io vi prometto che resterò anche dopo, che, qualora dovessi essere il vostro nuovo Sindaco, non vi lascerò soli, come già in questi anni non ho fatto ricoprendo il ruolo di assessore alle politiche sociali e vivendo le realtà associazionistiche locali con tanta voglia di trasmettere, di dare qualcosa al mio territorio. Chiedete, per conferma, alle varie associazioni locali”.
“Dov’era Dell’Aprovitola – attacca Barbato in un passo dell’intervento – quando combattevo per Carinaro? Dov’era quando il nostro paese ha sofferto? Quanti di voi la conoscono? Quanti sanno chi è? Spiegatemi voi, cittadini carinaresi, quale sia la logica di un voto affidato ad una lista che fino a mezz’ora prima della consegna ufficiale dei nomi non esisteva nemmeno. Spiegatemi voi come possono convivere sotto lo stesso tetto e per quanto tempo lo possano realisticamente fare un gatto ed un topo prima che il primo sbrani il secondo senza pietà. E’ alquanto illogico e poco razionale solo supporre che mondi opposti si trovino all’interno della stessa coalizione e che questa sia nata, come tutti hanno potuto notare, dalla disperazione di trovare un compromesso per formare un gruppo politico ed evitare che si arrivasse al 25 maggio con una sola lista in corsa per i vertici comunali. Com’è possibile dare fiducia ad una candidato sindaco che nemmeno tutto il suo partito, il Pd, ha dimostrato di voler votare unanimamente e che ha combattuto con le unghie e con i denti per correre per la conquista di una poltrona che gli starebbe fin troppo stretta. Quanto volte mi è capitato di ascoltare persone che mi hanno detto: “Il paese è del paesano” oppure “Non può davvero comprenderci”.
“Dell’Aprovitola – dice il presidente della Congrega di Sant’Eufemia – non vi rappresenta e faccio fatica a pensare che il miglioramento possa essere attuato da persone che, per quanto godano della mia stima, poco possono essere riconducibili ad una politica di cambiamento e per i giovani. Ecco, il cambiamento. In ogni casa carinarese questa parola risuona con forza; questa parola non deve essere pronunciata nel vuoto, non si deve sentire solo il suo eco. Cambiare si può e per farlo c’è bisogno di volti nuovi, di professionisti che non hanno avuto a che fare con il mondo della politica in passato, che portano dentro valori morali importanti improntati sulla famiglia e sullo sviluppo e che rappresentano delle eccellenze nei loro campi, oltre che dal punto di vista culturale e della disponibilità. Non c’è alcun burattinaio che decide cosa loro debbano fare e cosa no; hanno carta bianca e la mancanza di condizionamenti può fare davvero la differenza. Vedo ed ho visto negli occhi dei 12 candidati della lista “Uniti per Cambiare” la volontà di dare nuova linfa alla vita di tutti noi e premiare questo “wind of change” rappresentarebbe un calcio al passato decisamente importante”.
“Abbiamo un problema importante come la disoccupazione giovanile, che aumenta costantemente, ma poco è stato fatto per favorire le assunzioni. Dobbiam far in modo – chiosa colui che ha fatto le politiche sociali la base del suo operato politico in questi anni -che fin da subito le menti più giovani e fresche possano esplicare le loro capacità senza essere costretti ad andare via dalla nostra realtà. Inoltre, dobbiamo porci l’obiettivo di diminuire le tasse, come ha detto in più di un’occasione il candidato Vittorio Buonanno, e di proteggere l’ambiente che ci circonda. Quando Zarathustra, dopo l’esilio volontario di 30 anni in montagna (stiamo parlando di un’opera del filosofo tedesco Nietzsche), decise di tornare in mezzo alla gente, nessuno crebbe alle sue parole; evitiamo di commettere lo stesso errore”.
“Il 25 maggio – conclude Giuseppe Barbato – vota e fai votare la lista numero 2 “Uniti per Cambiare”. Per una Carinaro migliore vota responsabilmente”.